Usucapito il bene della Regione? Non si può!
Denunciato alla Procura di Messina un appartenente alla famiglia dei Bontempo, mafioso ma solo “geneticamente”
di Gilda Sciortino
Un ente del valore di 13 milioni, svenduto a 350mila euro. Incredibile, ma vero. Apparteneva all’Esa, così il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha presentato un esposto al Procuratore di Messina, Guido Lo Forte, denunciando un appartenente alla famiglia mafiosa dei Bontempo Scavo di Tortorici per appropriazione indebita di 130 ettari circa di terreno.
Si tratta di quelle proprietà demaniali assegnate negli anni ’50 a un gruppo di agricoltori, in seguito alla riforma agraria, ma che nel tempo si sono un po’ perse di vista. Tanto che è sembrato facile ai protagonisti di questa storia confezionare una truffa bella e buona, quasi pari a quella della vendita della Fontana di Trevi. A metterla a segno l’avvocato Carmelo Bontempo Scavo, originario di Tortorici, accusato di avere autonomamente venduto questo vasto terreno, di proprietà dell’Ente Sviluppo Agricolo, insistente nel territorio siracusano di Carlentini.
Azzardato, però, affermare che Carmelo Bontempo Scavo sia mafioso. “Lo è geneticamente – afferma Crocetta – in quanto appartenente a una delle famiglie mafiose più feroci della zona. Resta, però, il fatto, che ci ha truffato. Comunque, tranquilli, siamo solo all’inizio”.
Ma andiamo ai fatti. Nel 2011 Bontempo si accorda con il notaio Salvatore Alioto di Messina per un atto di vendita, attraverso il quale si cedeva a un certo Placido Galvano, molto probabilmente un prestanome, il terreno in questione. Proprietà che Bontempo dichiarerà di ritenere usucapita, sapendo comunque che per loro natura i terreni demaniali non sono soggetti a usucapione.
“Dichiarando, tra le altre cose – sottolinea il Commissario dell’Esa, Francesco Concetto Calanna -, che 300mila euro li aveva già versati, ma sotto diversa forma. Ovviamente, aspettiamo di capire come. Non comprendiamo, poi, nemmeno la posizione del notaio, che ha messo nero su bianco tutto questo, a quanto pare senza leggere nulla. Veramente, un po’ singolare”. Soddisfatto dei passi compiuti in tale direzione, Rosario Crocetta plaude anche a se stesso rispetto alle scelte fatte rispetto a chi lo sta accompagnando in questo percorso di legalità, volto a scoperchiare pentoloni di truffe, raggiri, imbrogli, tutti ai danni della Regione, quindi dei siciliani.
“Vedete i commissari che scelgo io? Non hanno paura e denunciano – aggiunge il Presidente – . Quello che vi posso dire è che, dopo questa vicenda, ne stanno venendo fuori molte altre, che ci vedranno chiamare in causa le procure antimafia di quasi tutta la Regione per le dovute denunce. Crediamo, infatti, che il danno nei nostri confronti, dunque dei siciliani stessi, sia di oltre duecento milioni di euro. Recupereremo i soldi e i beni, chi deve pagare pagherà, ma mi chiedo come mai in passato nessuno abbia visto niente. Forse è perché, quando qualcuno come me si accorge di qualcosa, gli dicono “pensa a lavorare”. Ricordiamo che Placido Rizzotto è morto per portare avanti le sue idee, in difesa vedi caso proprio dei braccianti agricoli”.
La battaglia è appena cominciata. Altri esposti, come annunciato, si susseguiranno nel resto dell’Isola a dimostrazione che, anche in piena estate, la voglia di svelare trame misteriose e i segreti di questa nostra amata – odiata Isola è sempre grande.