Pubblicato: sab, 23 Lug , 2016

Europa, la strage degli innocenti. E le “vittime” si fanno carnefici, perchè?

Siamo in guerra con l’uomo “nero”, il cattivo, non con quello con il turbante o di colore. Oggi, anche l’Europa sta vivendo la sua guerra, la più difficile, quella contro il male in tutte le sue forme. Richiamato in superficie anche da una incitazione politica, planetaria e globalizzante il degrado dell’uomo ci appare in tutta la sua bruttezza. Per questo dobbiamo avere paura, paura davvero.

Parigi, Nizza, Monaco, ma anche Lampedusa,gioco del male Istanbul, giornate di lutto senza sosta quelle che viviamo ogni giorno da troppi giorni ormai, anche in Europa. I fiori e le candele non bastano più, si stanno tramutando in un pericoloso rituale. Il rituale dei popoli offesi, piegati, inginocchiati da una furia omicida che si materializza senza alcuna apparente ragione, senza possibilità di difesa, nel più osceno dei modi, quello della violenza fine a se stessa,  che si nutre del sangue dei più innocenti: donne, bambini, anziani.  Non ci sono più codici, né generali, ogni criterio storico e bellico è frantumato. Il dolore è collettivo, forte, ma la sensazione di paura ci attanaglia, perché è la guerra delle forze del male, l’Islam non c’ entra, le religioni non possono dettare il titolo, lo schema di gioco è complicato. Dopo l’Isis, ora c’ è anche il terrorismo low cost, quello fai da te, agito dall’odio, enfatizzato anche sui social media. E’ un disagio psichiatrico, clinico, culturale, che se attivagito per fare del male all’uomo in quanto tale. E’ la sconfitta dell’umanità, non solo dei singoli governi.

E’ la guerra dell’uomo “nero”, perché cattivo,  non di quello con il turbante o di “colore”, siamo di fronte al richiamo, anche mediatico di tutto ciò che di nocivo esiste nella natura umana. E’ il degrado dell’uomo verso la parte più vile e bestiale di sé. Per questo dobbiamo avere paura, paura davvero, perché il fuoco sparato dalle armi è il fuoco che distrugge non solo i corpi, ma anche le menti, l’anima della nostra civiltà.  Anche gli uomini incaprettati e fatti suicidare in Turchia, sono le facce della stessa medaglia, quella dell’avvilimento della dignità umana e della normalità democratica.

E’ altrettanto simbolico e  osceno  vedere il pianeta ardere di fiamme. E’ accaduto in Italia, alle pendici del Vesuvio, in Sardegna  e a Roma, anche ieri, come non si era mai visto prima, di certo non è un caso.  Un pullman in fiamme, boschi incendiati, traffico in tilt, natura, vita consumata in poche ore.  Una sensazione orribile, un inferno visibile sulla terra, l’accerchiamento della negatività. Tutto questo ci uccide lentamente, dobbiamo reagire. Deve reagire l’Italia con l’Europa tutta, la nostra civilità non deve dichiarare guerra all’uomo con il turbante di cui parlava la profezia che ha annunciato e predetto la fine del mondo o la terza guerra mondiale, qui la guerra è ben altra, è totale. L’ISIS si può sconfiggere, la storia lo dirà, l’idea del male che sta generando è più pervasivo, più pericoloso, endemico. La proposta  deve farsi energia.

Occorre convocare le comunità, unirsi moralmente, fisicamente, economicamente per ricostruire.  Tornare a marciare insieme, se questo può offrirci l’occasione di toccarci per sentirci ancora vivi. Se al dolore dei morti e alla distruzione del fuoco si lascia solo la prospettiva del controllo organizzato (impossibile!), della schedatura di ogni nostro viaggio, sms, starnuto, esame clinico, beh, allora abbiamo già perso.  Nella rete ci hanno già imbrigliati, togliendoci la prospettiva del lavoro a causa della fantomatica crisi. Se ci tolgono la dignità, privarci delle libertà sarà molto facile. Ai migranti che fuggono dalle guerre e dalla fame, dalle bombe e dalle dittature, noi siamo sempre più incapaci di amarli come fratelli, perché le percepiamo come nemici, come potenziali aggressori.  Così, errore dopo errore di valutazione si finisce con il costruire un mondo crudele , irragionevole, “squilibrato”. Occorre non cadere nella trappola raffinata che qualcuno più forte o, forse, più sosfisticato di noi ci ha costruito.  Dobbiamo essere scaltri, orgogliosi, ma veloci. L’indignazione non deve abbandonarci , né farsi ritualità, occorre  uscire di casa e contarci. Nessun partito, nessuna rappresentanza può più essere legittimata nel nome del  fottuto odio.  Il male nutre il male, ricordiamocelo sempre.  Siamo uomini e donne e vogliamo continuare a vivere. Proteggiamo le nostre carte costituzionali, i nostri valori, chiediamo un progetto POLITICO ed europeo strategico. Subito.

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