Pubblicato: gio, 14 Feb , 2013

Palermo, istituito il registro delle unioni civili

Palermo dimostra di volere tutelare e promuovere i diritti di tutti e di tutte, senza distinzione alcuna

 

di Gilda Sciortino

Una volta tanto, la città di Palermo conquista uno dei primi posti nella classifica nazionale per iniziative di ampio respiro sociale. E’ quello che sta succedendo per quando riguarda le unioni civili, essendo stata la quarta, dopo Milano, Torino e Napoli, ad avere adottato la delibera che istituisce il “Registro delle unioni civili”. Si tratta del via libera all’iter che consentirà, a tutte le coppie che si iscriveranno, il riconoscimento dei benefici amministrativi previsti per quelle sposate, come per esempio la comune residenza. Potranno chiedere di essere iscritti i cittadini italiani e stranieri coabitanti e residenti nel Comune di Palermo. L’iscrizione al Registro, però, non sarà compatibile con il possesso di uno stato civile diverso dalla convivenza.
Estremamente importante il fatto che, anche nel caso di morte di uno dei conviventi, l’altro possa continuare a godere dei diritti acquisiti, previa ovviamente la verifica del permanere dei requisiti soggettivi. Verrebbero, in tal modo, finalmente certificate le convivenze basate su vincoli affettivi che si protraggono da almeno un anno, senza discriminazioni di razza, etnia, sesso, genere, handicap e orientamento sessuale. Al provvedimento, ora seguirà una proposta di regolamento, che dovrà poi approdare a Sala delle Lapidi. “E’ un passo in avanti del quale siamo sempre stati convinti – afferma l’assessore comunale al Decentramento e Partecipazione, Giusto Catania -, non avendo incontrato alcun ostracismo lungo la strada. Mi piace, però, ricordare che il tema delle unioni civili è presente da sempre nel programma del sindaco, quindi nessuno può dire che se ne stia parlando da poco. Ecco anche perché sono certo che giungeremo a un’approvazione rapida del regolamento, con una maggioranza veramente ampia. E’ chiaro che siamo arrivati a questo punto grazie anche alla collaborazione delle associazioni attive in questo campo, come l’Arcigay, che hanno proposto come “consulente contro l’omofobia”, Carlo Verri, ricercatore di Storia all’Università di Palermo e attivista del movimento Lgbt del capoluogo siciliano, con il quale abbiamo costruito questo percorso, che non è da meno di quello di altre città italiane. Io, poi, dico sempre che le istituzioni sono più arretrate della società sul piano del riconoscimento dei diritti per tutti, ecco perché è importante la collaborazione con chi opera sul territorio e ha il reale polso della situazione”.NEWS_99364 Palermo, dunque, città aperta e accogliente, che dimostra di volere tutelare e promuovere i diritti di tutti e di tutte, senza distinzione alcuna. Come del resto vuole la nostra Costituzione. L’avere approvato l’istituzione di un registro delle unioni civili costituisce un passo veramente importante, che porta sempre più all’attenzione di tutti che, anche in una città come la nostra, esiste una minoranza numerosa, che non resta in silenzio, anzi reclama attenzione e diritti. Giustamente.
E di passi in avanti se ne sono fatti da quando, 8 anni fa, una mozione molto simile venne respinta, portando tutti a rimboccarsi nuovamente le maniche e a lavorare per dimostrare che Palermo, con i suoi grandi Pride, ai quali hanno partecipato migliaia di persone, era da tempo pronta a spiccare il volo. “Allora diversi consiglieri si attivarono per approvarla – racconta Titti de Simone, coordinatrice del “Palermo Pride”, realtà che oggi raccoglie tutte associazioni Lgtb di Palermo – avvenendo questo in maniera traversale, destra e sinistra insieme. Ci fu veramente una convergenza bipartisan. Il registro, poi, era nel programma del centro sinistra del capoluogo siciliano. Finalmente, dopo 8 anni, stiamo per tagliare questo traguardo, mettendoci sulla scia di altre città italiane che lo hanno già approvato. Ovviamente, ci aspettiamo che il Parlamento italiano ci traghetti in avanti, essendo l’ultimo paese europeo che non ha ancora una legge che tuteli le coppie di fatto, omosessuali o etero che siano. Come movimento, infatti, chiediamo che, al pari di Francia e Inghilterra, si possa giungere al più presto all’approvazione di una legge sul matrimonio ugualitario, perché i diritti siano veramente e finalmente per tutti”. Sul fronte regionale, poi, sono stati a oggi presentati due disegni legge, uno da parte di Fabrizio Ferrandelli, l’altro del Movimento Cinque Stelle, che, una volta integrati, potranno dare il via all’istituzione di specifiche commissioni che guardino al mondo del lavoro, delle istituzioni e delle politiche sociali in maniera ampia e articolata. Ma non solo.
“In questo momento siamo contenti – prosegue la De Simone – perché tutto ciò vuol dire che il vento sta cambiando. Si tratta di iniziative importanti che ci fanno ben sperare, e che ci auguriamo possano superare ben presto i soli ostacoli burocratici. Il 22 giugno a Palermo ci sarà per la prima volta il Pride nazionale, quindi contiamo che per quella data ci possano essere ottime notizie in tal senso”. Un’edizione, la prossima, alla quale ci si aspetta partecipino oltre 100mila persone. Quella dell’anno scorso ne ha ospitato, solo nella parata finale, 40mila, ecco dunque il perché di tante e tali attese da parte di ognuno. “Sarà un’occasione importante, da non perdere – aggiunge Daniela Tomasino, presidente dell’Arcigay Palermo -, anche perché tutti i riflettori saranno puntati su di noi. A parte le tante iniziative che si susseguiranno sino ad allora, l’evento di giugno si strutturerà in 9 giorni di appuntamenti con l’arte contemporanea, la musica, il teatro. Tra le tante cose in programma, solo per fare qualche esempio, Ferdinando Scianna ci farà la campagna fotografica, ed Emma Dante presenterà una sua pièce. La parata del 22 chiuderà il Pride nazionale, ma dovrà aprire una nuova pagina per tutti. Il fatto di essere giunti all’istituzione di questo registro è l’ulteriore tappa di un percorso che tiene finalmente in considerazione le esigenze reali della vita delle persone, ma serve la legge nazionale, per consentirci di raggiungere quell’obiettivo di uguaglianza, desiderato e auspicato in tutti i campi”.

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