No al ponte. La mozione di Ferrandelli è storia
Mozione votata da PD e M5S. Migliorare le infrastrutture della Sicilia “che siano volano per lo sviluppo e la sostenibilità del nostro territorio”
di Claudio Licata
In questi giorni Fabrizio Ferrandelli, aprendo alle pressioni dei comitati cittadini siciliani, ha presentato una importantissima mozione intitolata “Interventi finalizzati al ritiro del progetto relativo alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina”. La mozione, sostenuta dall’ala radicale del Pd e dal M5S è stata messa ai voti e, nonostante l’abbandono dell’aula da parte dei parlamentari del centrodestra – dopo che il Parlamento non aveva approvato la proposta della Lista Musumeci di rinviare il voto chiedendo la presenza del governatore Rosario Crocetta, rappresentato in aula dall’assessore Nino Bartolotta – Palazzo dei Normanni ha approvato la mozione. Alla base del documento approvato c’è la volontà di “porre in essere tutte le iniziative volte alla revoca in via definitiva del progetto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina ed alla contestuale destinazione delle somme ad infrastrutture che valorizzino il territorio siciliano e che siano volano per lo sviluppo e la sostenibilità del nostro territorio”. Il Parlamento Siciliano ha anche deciso lo scioglimento della “Stretto di Messina Spa”, una società-voragine la cui quota maggioritaria appartiene all’ANAS (azienda statale che gestisce le autostrade italiane) e che in trent’anni ha già divorato enormi capitali pubblici. Su quest’ultima decisione il Parlamento Siciliano ha anche dato incarico al presidente Crocetta di partecipare al Consiglio dei ministri con il rango di ministro, come previsto dallo Statuto Siciliano. Dopo la votazione, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha affermato la necessità di costituzione di una commissione d’indagine e di studio sulle eventuali penali a carico della Regione in seguito alla revoca del progetto del Ponte.