Il Brass Group non può e non deve morire
Appello di artisti, sindacalisti e intellettuali per denunciare i tagli fatti dalla Regione alla musica
di Matilde Geraci
In una città come Palermo, dove da sempre, in un equilibrio precario, convivono bellezza e decadenza e dove le contraddizioni vanno a braccetto con i paradossi, non stupisce che ci si ritrovi a essere candidati a capitale europea della Cultura 2019 e allo stesso tempo rischiare di veder chiudere il Brass Group: uno dei simboli, guarda caso, proprio della cultura del capoluogo siciliano e non solo.
Giorni fa si è tenuta un’iniziativa volta a denunciare ancora una volta le drammatiche e preoccupanti condizioni in cui versa la Fondazione, dovute sostanzialmente alla mancanza di risorse e ai tagli regionali che su di essa si sono abbattuti come una feroce mannaia (si parla di fondi tagliati per una media del 65%).
“Palermo non può permettersi di perdere un luogo d’eccellenza musicale così importante e famoso nel mondo”, si legge nella nota diffusa dalla Slc Cgil, che ha organizzato la conferenza stampa, a cui è seguito un concerto presso lo Spasimo. Gli artisti del Brass, con la partecipazione degli artisti del Teatro Massimo, della Foss, del Teatro Biondo, degli artisti della compagnia CivitasTango, della Giovanna Velardi Dance Company, dell’attrice Consuelo Lupo e di tanti altri, si sono esibiti in uno spettacolo gratuito per lanciare il loro grido di allarme.
“La Slc Cgil – è l’invito di Maurizio Rosso, segretario Slc Cgil di Palermo – auspica che le istituzioni politiche e culturali della città costruiscano, insieme al sindacato, un percorso certo per risolvere la crisi del Brass”. Intellettuali, musicisti e operatori culturali palermitani e non: tuttichiamati a raccolta per salvare una delle maggiori realtà musicali nazionali e internazionali, fondata nel 1974 da Ignazio Garsia e che ha visto alternarsi i più grandi direttori d’orchestra e solisti.
“La città di Palermo, candidata a capitale della Cultura – continua Rosso -, non può e non deve accettare la morte di un’istituzione musicale così importante. Un’ identità così precisa, costruita attraverso una lunga tradizione, è diventata per la nostra città segno indelebile d’arte, di progresso, di cultura e di civiltà. Siamo certi che le istituzioni politiche sapranno affrontare e insieme dare le giuste risposte per il rilancio e il futuro del Brass Group”.