Pubblicato: Dom, 6 Dic , 2015

Festival dei popoli. Debutta Love is All, l’autoritratto di Piergiorgio Welby

12307439_1131447733547251_659614245556209405_oLove is All, l’autoritratto di Piergiorgio Welby. Documentario raffinato e poetico di Francesco Andreotti e Livia Giunti.

Piergiorgio Welby con il suo autoritratto torna prepotentemente ad animare la scena artistica e culturale del nostro Paese, non solo quella politica. E questa volta il tributo viena dal cinema, con il raffinato e appassionato documentario Love is all di Francesco Andreotti e Livia Giunti. Autoprodotto dalla Santifanti srl produzioni, una società pisana, attiva nel settore dei documentari storici e scientifici dal 2001. Love is all ieri pomeriggio a Firenze ha colpito ed ammaliato il pubblico del Festival dei Popoli, sorpreso la giuria per la originalità del racconto e la potenza di un personaggio originalissimo ed ancora inedito per molti, come è stato Piergiorgio Welby. Il documentario sarà proiettato a roma il 20 dicembre nel salone del Partito Radicale in via di Torre Argentina, alle ore 16, per il nono anniversario dalla sua morte.

Love is all propone in cinquantotto minuti il cammino dentro la vita, attraverso i fatti e le emozioni di un uomo, avido di vita perché sa di non poter andare piano. La diagnosi a 16 anni di una morte anticipata e di una malattia impietosa, la distrofia muscolare scapolo-omerale, non glielo consentono, così usa la sua arma: la sua caleidoscopica cultura. Due  professionisti Francesco Andreotti e Livia Giunti per nove anni hanno frugato tra le carte di Piergiorgio, scoperto scritti e poesie inediti, incontrato i suoi famigliari, svelato i suoi quadri, le litografie i tanti filmini amatoriali, riversati in digitale dal vhs ed hanno rischiato davvero di perdersi. – Una complessità di linguaggi, di materiali, di emozioni, che poi è andata a posto da sé, racconta Andreottii, come per una magia intima, che arriva da dentro. – Il film, a tratti, sembra un video arte. La scelta delle musiche unita al montaggio e alla voce narrante di Emanuele Vezzoli, che ha vissuto nel corpo di Piergiorgio Welby, nel monologo teatrale Ocean Terminal, sono di una raffinata esecuzione. Il ritratto di Piergiorgio Welby, che ne esce è quello di un uomo che ha disperatamente amato la vita. Lo ricorda bene l’attore Emanuele Vezzoli, ieri molto soddisfatto e ancora commosso dalla proiezione del documentario. – Le invenzioni artistiche e registiche, gli interventi di grafica eseguiti sulle opere di Welby sono eccezionali. Io che lo conosco attraverso il testo teatrale di Ocean Termina, mi sono ritrovato nuovamente, profondamente, emotivamente coinvolto – commenta l’attore.

Un prodotto cinematografico che, con i sottotitoli in inglese, merita di essere esportato e di conquistare un pubblico internazionale, con il rammarico di una distribuzione italiana reticente, che non riesce a scommettere e a rischiare sull’arte e che troppo spesso lascia soli i più coraggiosi, come Francesco Andreotti e Livia Giunti, che hanno imparato a fare anche tre mestieri per vivere, ma che si ostinano a fare formazione e ricerca, perché la passione per questi mestieri è forte ed il loro progetto lo racconta. Presto, ci dice Livia Giunti, sarà pubblicato sul web un secondo percorso intereattivo, verso il pubblico, per discutere di fine vita, proprio a partire dalle molte interviste fatte e da altre scoperte, più politiche. Uno strumento quello del web molto frequentato anche da Piergiorgio Welby, in cui Andreotti e Giunti sono incappati proprio perché da una webcam Welby osservava e commentava con successo il volo dei falchi pellegrini.

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