Agrigento e la biblioteca Utrania, regalo di B. e Dell’Utri
Nella Valle dei Templi è in arrivo la più grande biblioteca tematica sulla Sicilia esistente al mondo, omaggio alle gesta berlusconiane-dellutriane
Marcello Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia, in un’intervista al Corriere della Sera, ha annunciato l’intenzione di utilizzare parte dei 30 milioni, lasciategli in testamento da Berlusconi, per realizzare una biblioteca di libri di letteratura siciliana nel cuore della Valle dei Templi. “Sarà il mio dono e anche quello del mio amico Silvio per Agrigento Capitale della Cultura 2025”.
“Discutibile il silenzio delle istituzioni che hanno competenza sul Parco Archeologico della Valle dei Templi – si legge nella nota di Arci Sicilia e Agrigento – Sarebbe un brutto segnale, incoerente affidare uno spazio pubblico culturale d’eccellenza a una persona condannata in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e che mai ha preso le distanze da quel passato per cui è stato condannato”.
La cultura non dovrebbe lasciare spazio per la mafia, questa biblioteca rischia di diventare un grande mausoleo alla memoria, tra l’altro da vivo, di sé stesso. Una sorta di riabilitazione delle gesta Berlusconiane-Dellutriane. Una scelta che appare eticamente e moralmente incompatibile, ma si sa, l’etica viene spesso dimenticata per altri interessi.
Dell’Utri è presidente della Fondazione Biblioteca di via Senato e fondatore del Circolo Dell’Utri, intitolato a se stesso. Nel 2005 lo stesso circolo risultò insolvente e sottoposto a decreto ingiuntivo per oltre 600.000 euro di conti non pagati. I fatti sono riferiti dal quotidiano della provincia napoletana Metropolis, in relazione ai costi dell’organizzazione di una convention per il partito. Per qualche anno è anche editore, oltre a partecipare nei cda delle aziende di editoria e televisioni, dell’amico e socio B. Nel febbraio 2010 Dell’Utri dichiara di aver letto un capitolo scomparso di Petrolio, ultimo e incompiuto romanzo di Pier Paolo Pasolini, rubato dopo la morte del poeta, annunciandone l’esposizione alla XXI mostra del libro antico di Milano, ma il capitolo non fu mai presentato alla mostra. Nel 2021 esce indenne dall’indagine napoletana, iniziata nel 2016, in cui la Procura gli contestava il reato di concorso in peculato in relazione all’appropriazione di tredici volumi trafugati dalla Biblioteca dei Girolamini di Napoli per un danno stimato in 20 milioni di euro. Libri, è poi emerso, asportati dall’ormai ex direttore Massimo Marino De Caro, suo vecchio amico e appassionato bibliofilo, che invece per quel reato è stato condannato a sette anni, lo stesso verdetto che il pm Antonella Serio aveva chiesto anche per l’ex esponente forzista. Gli inquirenti avanzarono il sospetto che Dell’Utri avesse appoggiato la nomina a direttore dell’amico De Caro per trarne vantaggio. Della vicenda risultò responsabile solo De Caro, condannato anche in altri procedimenti giudiziari per l’appropriazione di libri antichi. Gli inquirenti perquisirono anche Dell’Utri: oltre a restituire i sei libri richiesti, ne aggiunse altri sette, pure questi ricevuti da De Caro, classificati nei suoi registri come un dono dell’allora direttore della Biblioteca dei Girolamini. Dell’Utri viene assolto, l’ex senatore non era a conoscenza della provenienza di quei libri che gli erano stati donati. Quasi parallelamente all’inchiesta di Napoli ne nacque un’altra anche a Milano. L’indagine portò, nel 2015, al sequestro di migliaia e migliaia di volumi di proprietà Dell’Utri, custoditi nella sede della Fondazione Biblioteca di via Senato e in parte anche in un caveau in via Piranesi, sempre a Milano. In quel processo si ritennero convincenti le consulenze tecniche e le memorie difensive con le quali i legali di Dell’Utri giustificarono la provenienza delle opere, con l’archiviazione del procedimento.
Libri preziosi che conservano tra le pieghe anche storie di furti e alleanze oblique. Ma Dell’Utri guarda avanti, ad Agrigento e al nuovo centro di studi che si auto-intitola. Incalza, “diventerà la più grande e completa biblioteca tematica sulla Sicilia esistente al mondo”. Dichiara di voler donare il Fondo librario di circa diecimila volumi pubblicati in Sicilia o di autori siciliani che attualmente sono allocati a Milano presso la biblioteca della Fondazione di via del senato, istituzione culturale nata nel 1997 di cui lo stesso Dell’Utri è presidente. Dell’Utri vuole trasferire in Sicilia quel fondo per creare il più grande centro di cultura del libro siciliano. Una biblioteca che tratterà libri antichi ma anche moderni esclusivamente della Sicilia, con numerosi preziosi documenti originali e manoscritti. Molte opere datate 1800, indirizzate al barone Vincenzo Mortillaro, l’autore del dizionario siciliano-italiano, da intellettuali di tutta Europa, fra cui Leopardi, Gregorovius, il cardinale Angelo Mai, il Monsen. E poi ci sono documenti originali tra cui quello di Giovanni Verga, la copia manoscritta di “Mastro don Gesualdo” oltre a scritti originali di Pirandello, Sciascia, Bufalino, Capuana, De Roberto e di molti altri ancora”. La biblioteca si chiamerà “Utrania” e sarà costruita a trecento metri dal Tempio della Concordia. Una donazione modale, Dell’Utri ha infatti posto la condizione che venga attivato un laboratorio di restauro del libro e della carta, oltre a un master in biblioteca e un master in economia legato a editoria e libri.
Per il momento, le istituzioni agrigentine e regionali non si sono espresse sul tema.