Pubblicato: ven, 21 Mar , 2014

Il 21 marzo contro ogni forma di razzismo

Si celebrano oggi due giornate mondiali per promuovere il rispetto delle diversità 

 

Il 21 marzo potrebbe essere ribattezzato come “Giornata Mondiale per l’Integrazione”. Già perché questa data è dedicata a due giornate mondiali che fanno del rispetto per l’altro, il loro comune denominatore. «Invito tutte le persone, soprattutto politici, civili e leader religiosi, a condannare con fermezza i messaggi e pensieri basati sul razzismo, superiorità o sull’odio razziale, così come quelli che  incitano al razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza».

Con queste parole il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha aperto le celebrazioni per la Giornata Mondiale contro il Razzismo. Questa ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1966 per commemorare il massacro di Sharpeville avvenuto sei anni prima. Il 21 marzo 1960 nella città sudafricana, 300 poliziotti uccidevano 69 manifestanti neri che protestavano contro lo Urban Areas Act , una norma che imponeva ai cittadini neri di esibire uno speciale permesso ogni qualvolta transitassero in aree riservate ai bianchi. Scopo di questa giornata internazionale è la piena realizzazione del principio espresso dall’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani : “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Compito dei capi di stato e di governo è quello di indirizzare gli sforzi di tutti i cittadini verso l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale.  In tutto il mondo sono previste diverse manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema purtroppo ancora oggi molto attuale. Nel nostro paese l’ Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) istituito presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha organizzato la decima edizione della Settimana di Azione contro il Razzismo per promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni basate su razza ed origine etnica. L’iniziativa che coinvolge, scuole, università ed associazioni prevede una seri di incontri e momenti di riflessione su temi quali tutela dei diritti umani e prevenzione contro le discriminazioni razziali. L’UNAR ha anche chiesto ai soggetti coinvolti di colorare di arancione la propria città o la propria scuola, come dimostrazione di adesione alla campagna.

Oggi è anche la Giornata Mondiale della Trisomia 21, meglio conosciuta come  Sindrome di Down. Nel nostro paese i casi Trisomia 21 «sono circa 38.000 e attualmente un bambino su 1.200 ne nasce affetto. Le anomalie cromosomiche interessano circa il 9% di tutti i concepimenti, ma solo lo 0,6% ne presenta una alla nascita a causa dell’altissimo tasso di aborti spontanei» spiega Giorgio Albertini, direttore del Dipartimento di Scienze delle Disabilita’ Congenite ed Evolutive, Motorie e Sensoriali dell’IRCCS San Raffaele Pisana. Il tema scelto da Coordown – Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down- per celebrare la giornata di quest’anno è il benessere, che per persone affette da tale malattia vuol dire essenzialmente integrazione sia a livello sociale che lavorativo. Il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down da anni si batte per vedere riconosciuti e tutelati i diritti delle persone down compreso quello di essere felici. Questa giornata nasce proprio per diffondere una nuova cultura della diversità. Per far ciò, quest’anno il Coordown Onlus ha girato un cortometraggio dal titolo #DearFutureMom che in pochissimo tempo ha superato le 5000 visualizzazioni su YouTube. Nel video recitano 15 attori affetti da Trisomia 21, i quali rassicurano una futura mamma spiegandole come anche suo figlio avrà la possibilità di vivere una vita felice. «Ci sono ancora molti pregiudizi che devono essere superati – continua Albertini- e il messaggio che questa giornata vuole dare e’ molto chiaro: la felicita’ non e’ un privilegio ma un diritto di tutti, e quella di un bambino o di un adulto con sindrome di Down risiede nel poter fare, in autonomia, le piccole cose della vita quotidiana per poter godere appieno della propria esistenza».

 

 

 

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