Pubblicato: Mer, 4 Dic , 2013

Forza Italia: «I senatori a vita non hanno meriti sufficienti»

Galan e Casellati, in giunta per le elezioni, attaccano la nomina degli ultimi senatori a vita giudicandoli privi dei requisiti
Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia con il presidente del Senato Pietro Grasso

Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia con il presidente del Senato Pietro Grasso

Mentre nel Paese di discute di riforma costituzionale, economia, legge elettorale e primarie, Forza Italia, per bocca dei senatori Galan e Casellati, decide di scagliarsi contro i quattro senatori a vita nominati lo scorso agosto dal presidente Napolitano.

Si tratta di Carlo Rubbia, Claudio Abbado, Renzo Piano ed Elena Cattaneo. Secondo i berlusconiani i primi tre non avrebbero gli altissimi meriti sociali previsti dalla Costituzione mentre la quarta difetterebbe addirittura dei meriti scientifici. La polemica dei forzisti appare pretestuosa e senza fondamenti. La Carta fondamentale, all’articolo 59, quando fa riferimento agli “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario” non intende, chiaramente, che i meriti nei quattro campi debbano coesistere (letterario, artistico e scientifico si escluderebbero a vicenda) quindi poco importa se, secondo Forza Italia, il premio Nobel Rubbia, Abbado e Piano non hanno meriti sociali, i loro valore artistico e scientifico è sotto gli occhi di tutti. Anche la Cattaneo, meno famosa dei tre colleghi, sembra più che qualificata. Le sua ricerche sono spesso citate nelle più illustri riviste scientifiche, è coordinatrice del progetto europeo di ricerca sulle staminali ed è fondatrice e direttore del laboratorio di biologia delle cellule staminali e farmacologia delle malattie neurodegenerative del dipartimento di bioscienze dell’Università Statale di Milano. Un curriculum che pochi biologi al mondo possono vantare quindi non si capisce dove sia lo scandalo per la sua nomina.

È chiaro che la polemica dei berluscones sono di natura politica. L’attacco odierno in giunta per le elezioni segue di pochi giorni quello di Gasparri a Renzo Piano, accusato di essere venuto in aula solo una volta per votare la decadenza di Berlusconi e, sostanzialmente, di rubare il ricco stipendio da senatore. Anche in questo caso sarebbe stato facile replicare all’ex-ministro: nella classifica dei parlamentari più assenti ad essere in testa sono i deputati berlusconiani, inoltre, per quanto riguarda lo stipendio, proprio Piano ha affermato che il suo stipendio da senatore sarà devoluto per finanziare progetti per giovani architetti.

La battaglia del Cavaliere e dei suoi contro i senatori a vita è di lunga durata. Il centrodestra accusa questi, tutti, non solo gli ultimi nominati, di essere «di sinistra», nonostante proprio grazie al voto di 3 senatori a vita (Cossiga, Agnelli e Leone) il governo Berlusconi ottenne la fiducia al Senato nel 1994. È probabile, anzi sicuro, che anche questa uscita verrà derubricata come singolo episodio nella lunga guerra dei vent’anni tra centrodestra e senatori a vita, lasciando traccia solo nei verbali di aula e nulla più.

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