Pubblicato: mar, 20 Ago , 2013

Folkage, ovvero il Mediterraneo di Anna Bonomolo

Questa sera al Castello a Mare di Palermo la timbrica soul di un’artista che rievoca atmosfere rare. Con la sua band contaminerà le canzoni della tradizione siciliana

 

di Aurora Della Valle 

NEWS_156688Dopo l’eccezionale performance dello scorso 17 agosto al complesso monumentale San Pietro di Marsala per il “MarsalaWineIazz”, che l’ha vista sul palco con Francesco Buzzurro & Bireli Lagrene, torna questa sera a Palermo la straripante voce di Anna Bonomolo che, con la sua band, presenta un progetto tutto “mediterraneo” che esplora la tradizione musicale siciliana e partenopea, attingendo dal sound di paesi quali Brasile, Cuba, Africa.
Perfetta la cornice, ossia il Castello a Mare, dove, a partire dalle 21.25, la band ammalierà gli spettatori, offrendo loro note mediterranee sapientemente arrangiate per creare un’atmosfera veramente unica.
La voce, dicevano, è quella di Anna Bonomolo, timbrica soul che incarna perfettamente il carattere etno delle ballads siciliane, magistralmente arrangiate da Diego Spitaleri, come al solito al piano, magicamente eseguite da Aldo Messina (basso elettrico), Innocenzo Bua (fisarmonica), Gianni La Rosa (percussioni) e Sebastiano Alioto (batteria).
“Folkage”, è questo il nome del progetto che da anche il nome allo spettacolo, nasce dalla collaborazione artistica tra Anna Bonomolo e Diego Spitaleri, che hanno pensato fosse giunto il momento di concretizzare idee, passioni e sensazioni musicali da troppo tempo nel cassetto. A rendere reale ciò la possibilità di utilizzare quelle loro conoscenze musicali che spaziano dal jazz al soul, passando dal gospel per arrivare al latin jazz e alla world music.
Grande rilievo ha la penna di Marcello Mandreucci, nella parte inedita del repertorio, con due brani in particolare, “Siddu arrinascissi” e “Viva a musica”, in cui, testimone e protagonista al tempo stesso della sicilianità nelle sue molteplici sfaccettature, trascina la mente dell’ascoltatore in atmosfere mediterranee e afose. Proprio come il vento della nostra isola.
Di grande intensità sono gli arrangiamenti di brani quali “Mi votu e mi rivotu” di Rosa Balistreri, l’interpretazione etnica di classici siciliani quali “Ciuri Ciuri”, “La Pampina” e “C’è la luna ‘nmenzu o mari”, come anche quella di “U sciccareddu”, rivisitato attraverso le note di “Tutu” di Miles Davis.
“E’ questo un progetto che nasce 6 anni fa e al quale io e Diego Spitaleri abbiamo lavorato un intero anno per renderlo spettacolo – spiega la stessa Bonomolo – . Facciamo musica tradizionale siciliana, ma arrangiando i pezzi più famosi attraverso la contaminazione della musica mediterranea. Ciò vuol dire prendere tutti i ritmi della salsa, del brasiliano e del tango, come anche le atmosfere piazzollane, per farne un percorso musicale magico, quindi unico. La cosa bella é che riconosci i pezzi, le atmosfere. “Mi votu e mi rivotu”, per esempio, l’ho cantata con Eugenio Bennato a Licata per il decimo anniversario della morte di Rosa Balistreri, ed è molto particolare, lo sentirete voi stessi questa sera, perché ha dentro alcune citazioni di Sakamoto. In tutto faremo 13 pezzi in un luogo così suggestivo, scelto ad hoc. Sarà una serata speciale, anche perché trapelerà da me l’amore per questo gruppo: bello, divertente, diverso. Per come l’abbiamo pensato, sembra veramente uno spettacolo teatrale, adatto per essere esportato ovunque, ma soprattutto laddove la cultura e la tradizione del Mediterraneo sono vive e pulsanti”.
Con Folkage, la band di Anna è stata al Womad del 2010, chiamata anche al Festival internazionale della cultura mediterranea di Valderice, ma anche in molti altri eventi in giro per l’Italia. Raccogliendo, come è normale, consensi e favore della critica.
La nota dolente è, però, che ancora non esiste il Cd di Folkage. Ovviamente non per cattiva volontà degli stessi artisti, che anzi non vedono l’ora, avendo avuto nel passato anche diversi contatti con le istituzioni pubbliche, ma per quello che blocca ogni interessante progetto artistico e culturale nella nostra regione: la mancanza di sostegno economico.
Certo, è anche vero che non sempre e comunque la Regione Sicilia, il Comune o quel che era una volta la Provincia regionale di Palermo hanno il dovere di mettere mano al portafogli ed elargire, ma quando si tratta di esportare prodotti che possono avere un ritorno non solo in termini di immagine, ma anche indubbiamente economico, in quanto capaci di creare o saldare quel ponte ideale tra la Sicilia e il resto del mondo, forse uno sforzo in più si dovrebbe fare. Forse.

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