Capodanno a Roma, al teatro Vascello, si brinda con Rezza-Mastrella.
L’arte contemporanea ed il gioco a teatro con Antonio Rezza e le sue performance Bahamuth (31 dicembre) ed Anelante (dal 3 al 5 gennaio) a Roma, in scena al teatro Vascello.
Respirare con l’attore in scena, ridere insieme, quando lui ansima, in un teatro affollato anche di giovani e non capire subito il perché, è l’esperienza unica che il teatro del performer Antonio Rezza, in coppia dal 1991 con l’artista Flavia Mastrella, ancora oggi, regala al pubblico del teatro Vascello di Roma, che ogni anno non manca l’appuntamento con questa forma di arte contemporanea.
Ho scoperto così, proprio ieri, a pochi giorni dalla fine dell’anno 2019 che lo spettacolo o, meglio, l’installazione Bahamuth, con cui il teatro Vascello di Roma festeggerà la notte di Capodanno, non ha perso ancora lo smalto e l’attualità, dal suo debutto nel lontano 2006. Tutto questo accade perché il teatro di Rezza e Mastrella non ha una storia, né attori e non è interpretazione di stati d’animo, ma una macchina vivente perfetta, una creatura umana e biomeccanica: le scenografie ovvero le installazioni pastello, allegre e colorate fanno parte della macchina-corpo di Rezza, che agisce e che si muove ed emette suoni e voci, incomprensibili ma terribilmente universali. Una rappresentazione che provoca il pubblico, senza dargli scampo con il suo linguaggio feroce, ma comico, perché energico e reazionario. Il pubblico fa parte del tutto ed è chiamato ad entrare nella performance con la sua energia riattivata dal palco, che così si espande ed invade lo spazio. Il geniale ed incomprensibile Rezza diventa così il bambino cattivo e giocoso con cui si entra in sintonia perché ci assomiglia terribilmente e proprio nel momento in cui ci lasciamo andare e decidiamo davvero di evadere dalle nostre maschere abituali, godiamo semplicemente di ciò che siamo.
Antichi istinti ed ancestrali ricordi gutturali, intonazioni e frasari dialettali delle nostre terre natie, ognuno come sa, pulsioni sessuali agite e carnalità della materia, tutto questo entra nello spazio habitat di Rezza-Mastrella, anche volando apparentemente basso, ma senza predicozzi o filosofie, senza testo apparente, bensì con uno studio meticoloso di tutto. Antonio Rezza diventa così il nostro performer-eroe contemporaneo, perché ci prende in giro e ci sfotte perbene. Irride noi ed il nostro linguaggio, svuotandolo della astrusa logica verbale e restituendolo al suo suono, più o meno piacevole, vario, sfumato, comprensibilissimo da tutti. Bahamuth mi è piaciuto e non so ancora bene il perché, però piace a molti e quindi siamo in tanti a non saperlo per certo. Tuttavia, so che è il secondo spettacolo della trilogia portata al teatro Vascello quest’anno, per le feste di Natale, sarà seguito ,dal 3 al 5 gennaio, da Anelante. Bahamuth, non è una storia in senso classico, quanto una manifestazione dell’essenza del dittatore che nella vita di ogni giorno e nella dinamica sociale può assumere varie forme e può essere denominato in vari modi: chiunque di noi può rivedersi nelle diverse voci e negli stereotipi del padrone, del tiranno, del marito, del genitore, dello zio, della moglie di Porfirio. Un carosello di identità o meglio di noi, di ognuno, che suona e risuona per pochi secondi, voci ripetute ad intervalli martellanti e poi sincopi. Uno spazio, quello del teatro immaginario di Rezza-Mastrella molto fisico e dinamico, che non può annoiare ed, infatti, dura negli anni, ed il loro genio conquista premi (leone d oro alla carriera nel 2018) e richiama sempre pubblico come una calamita, perché, come Rezza sa bene l’energia è vitale e quando il performer sul palco restituisce le vibrazioni, l’adrenalina sale ed il pubblico reagisce con la risata e l’applauso, che permettono a Rezza di respirare ed il movimento biomeccanico si compie. Come farete quando lo spettacolo sarà finito e l’adrenalina calerà? Chiede con tono di sfida Antonio Rezza al suo pubblico, festoso ed affettuoso che non vorrebbe lasciarlo più. Ed è proprio così, ha ragione l’irriverente Rezza, nessuno vuole che la festa finisca. Però, la notizia c’ è, perché la storia continua, l’appuntamento è già preso, tra un anno esatto, con un nuovo spettacolo, proprio qui al teatro Vascello. E’ in preparazione a Nettuno e per chi lo vorrà si potrà assistere alle prove, scrivendo sulla pagina Fb Rezzamastrella. Spettacoli intransigenti frutto degli abusi subiti, delle censure bianche a cui Rezza-Mastrella hanno resistito grazie al carattere più che al talento. Applausi, dunque e tanti al teatro indipendente, ma non dovrebbe andare così, l’artista ha bisogno di spazio e di sostegno, ricordiamocelo tutti. Evviva il teatro.