Farsa a Salerno, il derby dura venti minuti
I giocatori della Nocerina, minacciati dai loro ultras, fanno sospendere la partita per rispettare il volere dei proprio “tifosi”
«È un calcio malato!» era questo uno dei tanti tormentoni usato in uno sketch che andava in onda all’interno della popolare trasmissione “Mai dire Gol”. Come spesso accade la satira racconta la verità e quello visto oggi a Salerno è uno dei tanti sintomi della malattia di cui soffre il calcio.
Era in programma il derby Salernitana-Nocerina di Lega Pro, i tifosi ospiti, per via delle restrizioni in materia di ordine pubblico, non avevano potuto seguire la squadra a Salerno e così hanno deciso di “vietare” l’incontro obbligando i giocatori della propria squadra, tramite minacce, a far saltare la partita. Lo stratagemma usato è stato semplice, prima l’allenatore della Nocerina ha effettuato i 3 cambi a disposizione quindi i giocatori in campo hanno simulato una serie di infortuni in modo da lasciare la squadra in 6, costringendo l’arbitro a sospendere il match al 21° minuto per mancanza del numero tecnico di giocatori in campo.
Le reazioni chiaramente non si sono fatte attendere. I dirigenti della Nocerina, allenatore compreso, al termine della partita, o meglio della farsa, hanno rassegnato le dimissioni dichiarando che loro avrebbero voluto disputare l’incontro, mentre sono stati i giocatori a non voler scendere in campo impauriti dalle minacce di morte degli ultras.
Ferme sono state le condanne di Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, «Lo spettacolo offerto è stato avvilente. Ora saranno gli organi di giustizia a dover decidere le sanzioni» e di Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, «Un danno di proporzioni enormi, un fatto di una gravità assoluta».
Quanto accaduto a Salerno non è certo una novità, che i club siano spesso ostaggio di gruppuscoli di ultras è cosa ben nota. Non solo nei campionati minori, ma anche in A si sono registrate scene simili, con gruppi di “tifosi” pronti a dettare legge. Dal famoso derby di Roma sospeso perché gli ultras si erano inventati la storia di un bambino morto durante gli scontri pre-partita fino al caso dei giocatori del Genoa costretti, durante la partita, a togliersi le maglie perché reputati indegni di vestire la casacca rossoblù.
A questo punto è lecito domandarsi: quante altre volte gli ultras hanno imposto, con l’uso delle minacce, ai propri beniamini questo o quel diktat, magari perdere una partita perché c’era qualche scommessa da incassare? Inoltre, l’episodio di oggi passerà nel dimenticatoio dopo l’indignazione di rito o si farà, finalmente, qualcosa di serio contro la dittatura delle frange criminali di tifo?