Europarlamento eletto, rimane il nodo delle cariche
Eletto il parlamento, restano alte cariche da riempire da qui a dicembre. Prime indiscrezioni sul futuro Presidente della Commissione
Il 43,1% degli europei ha votato per rinnovare l’europarlamento. Un misero 0,1% in più rispetto al 2009. Scetticismo a parte è evidente che il partito più grande rimane quello degli astensionisti. Dato che dovrebbe far riflettere sullo stato di salute delle nostre democrazie e che appariva più o meno prevedibile. C’è un altro fattore che invece non ci si aspettava, gli euroscettici si sono attestati sotto il 20% e per poter essere influenti dovranno allearsi con qualcuno. Ma al momento l’unica coalizione prevedibile sarebbe quella tra il primo partito d’Europa. i popolari, e il secondo, i socialisti, che hanno raggiunto rispettivamente il 28,3 e il 25,3 (vedi il grafico completo). In Francia e Gran Bretagna le elezioni hanno rappresentato un forte scossone per i governi, con la vittoria del Front National di Marine Le Pen e dell’Ukip di Nigel Farage.
In Italia la partecipazione ha confermato il trend in calo, dal 65 al 60% e ha premiato il Pd al di là delle previsioni. I nostri seggi saranno 73 e così ripartiti. Eletto il Parlamento, cominciano a circolare indiscrezioni sul successore del presidente della Commissione Josè Manuel Barroso. Uno dei più gettonati è il lussemburghese Jean-Claude Juncker, capolista del Partito popolare europeo arrivato primo. Se si dovesse tener conto dei risultati delle appena concluse elezioni, altri possibili candidati sarebbero il capolista socialista Martin Schulz e il capolista liberale Guy Verhofstadt. Ci sono poi tutta una serie di ruoli in scadenza da ricoprire da qui alla fine dell’anno, come l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza, il presidente del Consiglio europeo, il presidente del Parlamento europeo. Non dovranno decidere in fretta, dal momento che la Commissione si rinnoverà a novembre e che il nuovo Parlamento solo a luglio terrà la prima riunione.