Pubblicato: mer, 23 Ott , 2013

Il caso dei servizi segreti costa la poltrona di primo ministro a Juncker

Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo da 18 anni, ha ottenuto la maggioranza relativa ma non basterà per rimanere in sella

 

 

Xavier Bettel, leader del DP

Xavier Bettel, leader del DP

Il Lussemburgo dopo diciotti anni cambia guida. Le elezioni di domenica hanno dato la maggioranza relativa a Jean-Claude  Juncker, leader del Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV), e ininterrottamente primo ministro del Governo lussemberghese dal 1995. Un risultato che però non gli basterà per ritornare ad occupare la poltrona di capo del Governo lasciata a luglio in seguito allo scandalo che lo ha visto coinvolto negli abusi condotti dai servizi segreti. La fine del regno di Juncker , e del CSV che dal 1945 è rimasto fuori dall’esecutivo soltanto per 5 anni, è da individuare in questo episodio che ha colpito il Paese che più di tutti si presta ad essere preso come modello di stabilità politica con sette primi ministri negli ultimi 76 anni.

Le elezioni anticipate di domenica scorsa, sono il frutto delle dimissioni presentate da Juncker in seguito all’indagine condotta da una commissione parlamentare sugli abusi condotti dai servizi segreti del Paese accusati di avere spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e avere accettato soldi in cambio di favori. Juncker fu indicato dalla commissione come principale responsabile della condotta dei servizi in quanto come primo ministro avrebbe dovuto esercitare un controllo più efficace, informare la commissione parlamentare competente e denunciare il fatto alla magistratura.

Il risultato delle urne conferma il CSV come primo partito, nonostante i tre seggi persi rispetto alla tornata elettorale del 2009, ma non basterà a Juncker per formare un nuovo esecutivo. I principali partiti di opposizione,  i liberali (DP), i Verdi e i socialisti dell’LSAP, totalizzano insieme 32 seggi sul totale dei 60 che costituiscono il parlamento lussemburghese. L’apertura dei socialisti a un governo di coalizione che escluda il partito di Juncker, con i quali erano in precedenza alleati, fanno scendere di molto le probabilità che il CSV torni di nuovo a guidare il Paese. Si profila dunque un governo formato da tre forze politiche che quasi certamente si stringeranno intorno alla figura di Xavier Bettel, leader del Partito Democratico (DP) e già sindaco a soli 38 anni di Lussemburgo.

Per Juncker e il CSV è il momento di abdicare, ma non di ritirarsi dalla scena politica. Nel suo partito c’è chi sostiene aspiri ad un incarico internazionale di prestigio, per chi come lui è stato governatore del Fondo Monetario Internazionale, responsabile della Banca europea per la ricostruzione e primo presidente permanente dell’Eurogruppo, c’è da credere che non rimarrà per molto tempo disoccupato.

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