Pubblicato: dom, 11 Dic , 2016

Dibattito: Madri oggi, con Michela Murgia, Lidia Ravera e Nichi Vendola.

Ragionare di genitorialità oggi è davvero complicato: possono esserci molte madri e padri con la fecondazione artificiale e la donazione dei gameti o dell‘utero. La società cambia, non è detto che sia un bene o un male, l’importante è discuterne davvero. Lo hanno fatto oggi a Roma, Lidia Ravera, Michela Murgia e Nichi Vendola.

     A Roma, questa mattina l’angolo dei dibattiti, alla Fiera Più libri, ci ha regalato spunti davvero interessanti sul tema della genitorialità e delle madri, in un incontro ironico, profondo ed importante, finalmente colto, organizzato dall’ assessora alla cultura Lidia Ravera della Regione Lazio, con la scrittrice Michela Murgia ed il politico sempre militante, Nichi Vendola, che è apparso sereno e pacato da una dimensione privata, quella della paternità, che difende con le unghie e vuole di certo sottrarre all’accanimento indebito del politichese ideologico d’assalto.

lidia-ravera“La famiglia di sangue, se diventa mistica e si chiude alla diversità del mondo rischia di giustificare le organizzazioni criminali che fondano il loro potere sulla contrapposizione tra famiglie esclusive”. Parte dalla critica della famiglia in senso oppressivo e possessivo, Nichi Vendola, che, confessa “Non ho voluto un figlio perché nascesse durante il dibattito sulle unioni civili o lo step child adoption, è stato un caso. Ho superato l’ideologia che vuole fare del proprio corpo e del privato uno spazio pubblico. Anzi, voglio difendere mio figlio dagli assalti violenti a cui siamo stati sottoposti, dalla Lorenzin, ai Giovanardi in poi. I neonati li abbiamo chiamati “infanti”, cioè privi di parola, ma non è così. Ho imparato a meravigliarmi ogni giorno ascoltando la capacità relazionale dei neonati, è stupefacente. Le donne, hanno espropriato i padri di questa meraviglia per secoli, ed hanno sbagliato.

Per Michela Murgia è stata l’unica arma che le donne hanno avuto per costruirsi uno spazio di potere importante, ma sono tutti d’accordo sul fatto che i figli non devono essere fatti prigionieri. Dobbiamo combattere anche i clichè che vogliono che le donne debbano giustificarsi se non hanno o non vogliono figli. La maternità o la paternità non sono dovuti. Troppi ancora gli stereotipi: le donne sono zitelle, se non si sposano, mentre gli uomini sono scapoli d’oro. Insomma, mettere al mondo dei figli potrebbe non essere il senso della propria vita, la genitorialità ha a che fare con la cultura, che va oltre la biologia.

“Quando sono stato accusato di essere un egoista, perché desideravo un figlio, ho sofferto , confessa

Nichi Vendola. “ Come può essere egoista chi stravolge la sua vita, per una nuova vita? La fatica deiIncontro organizzato dal SeL su legalità primi venti giorni dalla nascita di mio figlio, mi ha stravolto. Si deve rinunciare a tutto, ci si stanca moltissimo, tutto questo, senza una grande senso di responsabilità, è impensabile. Tutti dobbiamo essere umili dinnanzi ad un dibattito di questo tipo. La vita sta rideterminando i nostri codici morali ed etici.

Michela Murgia torna sulla questione sociale della maternità surrogata. “Il tema è forte, dobbiamo avere il coraggio di parlarne fino in fondo”. E’ vero che ha fatto scandalo vero solo quando si è parlato di coppie omosessuali, mentre per anni sono state proprio quelle eterosessuali a ricorrervi, ma nessuno ne parlava. Ma quali coppie? Di certo quelle benestanti, perché è tutto molto costoso. In particolare, lo è , se si vogliono seguire le regole nei Paesi che hanno regolamento tutto questo. Che esista uno sfruttamento becero delle donne su questo, lo sappiamo. Ecco perché dobbiamo parlare di regole per evitare l’indecenza, non della genitorialità non più biologica o in laboratorio, ma per lo sfruttamento indecente che può alimentare.

La Bibbia è ricca di esempi di madri surrogate al posto delle mogli, non più giovani o sterili, ma sono le schiave. Dunque il rapporto resta impari. “A me crea più problemi il tema dell’aborto che quello della maternità surrogata, tuttavia, occorre mettere paletti, pur, sdoganando un nuovo concetto di famiglia, la famiglia dell’anima, dove vincono i sentimenti e la pratica delle relazioni, dell’ascolto, non il possesso” – conferma Michela Murgia. Un figlio non è il mio surrogato, è un’ altra persona. Ne è profondamente convinto anche Nichi Vendola. Organizzare un seminario di due giorni solo su questo, potrebbe essere una idea. “Ci si sta pensando”, conclude Lidia Ravera.

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