Pubblicato: ven, 8 Gen , 2021

USA: vecchi problemi per nuovi fenomeni

Al primo anno di un qualsiasi corso di Storia si impara che l’affermazione “la storia si ripete” è un’idiozia totale. Nessuna storia si ripete mai, per fortuna o purtroppo, come direbbe l’immenso Giorgio Gaber.

 

Se si arriva a trovare delle similitudini nei processi o negli eventi, questo significa che la maggior parte delle volte la questione storica non è stata risolta, oppure che qualche nostalgico idiota tenta di sfruttare a suo piacimento quel vecchio messaggio (nel 99,9% dei casi distorto per ovvie ragioni). Dunque nulla ritorna, e un poco banalizzando potremmo dire che se riaccade quel messaggio non è mai andata via.

Per comprendere più a fondo la questione un esempio su tutti può aiutare a rendere l’idea: la questione del razzismo. Benché ormai, fortunatamente, per tutta la società civile del mondo la ‘questione razziale’ sia solo un amaro retaggio figlio di un passato antico, per molti ancora, purtroppo, l’idea che un italiano sia superiore ad un africano, o peggio ancora che un americano bianco sia superiore ad un americano nero, è ancora realtà. Basti pensare agli anni 60’, a quella vergogna che fu (e che purtroppo ancora esiste) del KKK, dei movimenti dei Black Panther eccetera.

Mi piace riportare le parole Di Roberto Saviano pronunciate dopo i fatti di Washington del 6 Gennaio e su cui torneremo più avanti.

 “Quando qualcuno vi chiederà cos’è il privilegio bianco, avrete modo di spiegare facilmente in cosa consiste mostrando queste foto (una ritrae un papà con una bambina sulle spalle minacciati con un lanciagranate durante una manifestazione pacifica del BLM e l’altra gli attivisti pro-Trump all’interno del Campidoglio, entrati senza troppi sforzi, anzi). Se attivisti afroamericani del #BLM organizzano una manifestazione pacifica sono “sovversivi”, se i miliziani assaltato il Congresso a Washington sono “patrioti”. Il privilegio bianco è tutto nel confine che separa i “patrioti” dai “delinquenti”. Il privilegio bianco è esattamente questo: ricevete attestazioni di affetto e stima, porte aperte e possibilità di spiegare i propri atti. Ieri Trump ha diffuso un video in cui diceva loro: “vi amo, siete speciali”.

Fin da piccoli, dal 1945 in poi, siamo cresciuti con “the american dream” (il sogno americano). Tutto era epico: il cinema, la musica, la politica… Conservo ancora gelosamente in un piccolo archivio personale le testimonianze e le voci dei miei nonni e di qualche altro loro coetaneo, i racconti sulla guerra e dunque sugli americani. Loro vivevano in una realtà rurale come la maggior parte degli italiani negli anni ’40. Conoscevano il lavoro nei campi e la famiglia. Tutto ad un tratto si videro passare sulle teste i bombardieri Boeing B-17 Flying Fortress.

Posso immaginare la paura. Quando ci fu la grande battaglia di Montecassino gli aerei passavano e lasciavano cadere cioccolata, sigarette e volantini per la propaganda che dicevano “non temete stiamo andando a liberare Cassino dai nazifascisti” con tanto di grafica alla Rambo. Qui, tra le campagne d’Italia, nasce l’idea dell’americano buono, liberatore, innovatore, superiore, quasi da idolatrare. In realtà è proprio quello che ha fatto l’Europa dal ’45 in poi: prendere a modello un sistema che in realtà già scricchiolava.

Era sì un modello precursore delle grandi conquiste democratiche, ma d’altro canto anche con un enorme e deleterio desiderio egemone sul mondo. L’esportare “democrazia” in tutto il mondo, le politiche interne inefficienti per le fasce medio-basse, con il passare degli anni non hanno fatto altro che accentuare vecchie questioni irrisolte che con l’aiuto di una crisi economica senza precedenti sono esplose (non solo negli USA) in populismo, razzismo, xenofobia, negazionismo, fino addirittura a portare un esponente di questi sentimenti alla Casa Bianca. Sembrerebbe già tutto abbastanza assurdo ma in questo 6 Gennaio 2021 si è andati addirittura oltre.

Un assalto senza precedenti scuote alle fondamenta la democrazia americana. Centinaia di supporter di Donald Trump hanno preso d’assalto il Campidoglio di Washington mentre era in corso la seduta in cui il Congresso avrebbe dovuto ratificare formalmente la vittoria del presidente eletto Joe Biden. La collusione tra gli ultimi resti repubblicani in Campidoglio, la polizia e i manifestanti, ha fatto presto degenerare la situazione: sono esplosi colpi d’arma da fuoco all’interno dell’edificio e alcune persone sono morte.

I fatti di Washington hanno un colpevole ben preciso, con nome e cognome: Donald Trump. Il quale ha deliberatamente alimentato proteste e odio nei suoi quattro anni di presidenza. È l’artefice e istigatore delle scene che abbiamo visto. Capitol Hill è sotto assedio e in lockdown. La situazione è fuori controllo nel paese che da due secoli ha potere sul mondo intero. Lo spettacolo è deprimente per i cittadini statunitensi e per quelli del resto del pianeta. Un vero e proprio smacco senza precedenti nella storia degli Usa.

Per la prima volta la democrazia ha mostrato un segno di debolezza piegandosi al vento del populismo più becero aizzato da un uomo che non conosce nemmeno più l’entità e la portata delle parole che i suoi sostenitori recepiscono quando parla. Lo dimostrano i fatti: si tratta del primo tentativo di un simil-golpe negli Stati Uniti da 240 anni a questa parte. Il giorno più buio nella storia moderna Usa. Un colpo di stato da Trump più volte annunciato e minacciato che giunge a 60 giorni dalle elezioni più bizzarre di sempre causa Covid e complice un avversario, Joe Biden, che non fosse stato per Trump avrebbe probabilmente perso contro chiunque altro.

Quello che è accaduto è stato l’ultimo atto, il più triste, il più desolante, per un presidente che ha sconvolto gli schemi di Washington infliggendo una brutta ferita al paese che ha governato. Tradito da molti e lasciato solo anche dal suo vice Mike Pence (che si è rifiutato di annullare la certificazione del voto legittimo), Trump è abbandonato da tutti: il tycoon infatti non ha ancora fatto sapere dove andrà una volta lasciata la presidenza.

 “Trump chiamava “delinquenti” gli immigrati inermi, mentre i delinquenti che hanno assaltato il Campidoglio su sua istigazione li definisce “patrioti”. Ad altri, invece, prima ancora di agire, prima ancora di capire cosa stia accadendo, verrebbero piazzate palle di piombo in testa.”

E la storia si “ripete”…

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