Pubblicato: Sab, 25 Nov , 2023

Operazione All in : Cosa Nostra e il business del gioco d’azzardo

Sequestri in tutta Italia per oltre 43 milioni di euro

L’inchiesta, avviata a novembre 2020, ha portato all’arresto di 25 persone indagate a vario titolo per partecipazione e concorso esterno in associazione di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori (con l’aggravante di aver favorito Cosa nostra), associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all’esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse. Dalle risultanze investigative sono emersi gli interessi mafiosi per l’acquisto dei centri scommessa Snai. Secondo i pm, alcuni imprenditori hanno creato una holding attiva nel settore dei giochi e delle scommesse, società che ha intrattenuto costanti rapporti economici con qualificati ambienti di Cosa Nostra palermitana, i quali hanno investito proprie risorse economiche.

Al centro delle indagini un gruppo di imprenditori e prestanome che avrebbero consentito di gestire le scommesse illecite con volume d’affari di oltre 100 milioni di euro. L’operazione, denominata All In, ha fornito una plastica dimostrazione della sistematica ricerca del potere economico da parte di Cosa nostra, infiltrata nel lucroso settore della gestione dei giochi e delle scommesse sportive. Dalle risultanze investigative emergono imprenditori collusi che mettevano a disposizione dei principali mandamenti mafiosi palermitani, in un rapporto di reciproco vantaggio, le proprie abilità per acquisire la disponibilità di numerose licenze e concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’esercizio della raccolta delle scommesse, fino alla creazione di un impero economico costituito da società intestate a prestanome. Per tali vicende i principali indagati, tra i quali i destinatari degli ultimi provvedimenti di sequestro, sono stati già condannati con sentenza del Tribunale di Palermo a febbraio 2022, confermata dalla Corte d’Appello a luglio 2023.

Sulla base delle ulteriori approfondite investigazioni, il Tribunale ha ritenuto ricorrenti gli elementi per qualificare i proposti quali soggetti socialmente pericolosi, poiché con le proprie condotte illecite avrebbero fornito un contributo di estrema rilevanza per il rafforzamento di Cosa nostra, consentendole di realizzare un controllo diffuso e capillare del mercato dei giochi e delle scommesse sportive. Pertanto, in considerazione della sistematica e costante situazione di sperequazione fra fonti lecite di reddito e beni nelle rispettive disponibilità rilevata nei confronti degli imputati e dei relativi nuclei familiari, è stato disposto il sequestro di 3 immobili, tra i quali una villa di particolare pregio ubicata nell’isola di Favignana, quote di capitale e compendi aziendali di 11 società, con sede nelle province di Milano, Roma, Salerno e Palermo, 45 rapporti finanziari, costituiti da conti correnti, conti deposito, depositi titoli, polizze assicurative e buoni postali, per un valore complessivo di circa 43 milioni di euro. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di soggetti – si legge nel dispositivo – referenti di un gruppo societario vicino alle famiglie mafiose di Pagliarelli, Porta Nuova, Palermo Centro, Brancaccio e Noce.

Chi pensava che Cosa nostra si fosse spenta con Matteo Messina Denaro dovrà ricredersi velocemente: oggi la mafia palermitana si sta rimodulando secondo un processo più orizzontale, caratterizzato dal riassetto degli equilibri tra le famiglie dei diversi mandamenti, mentre si delinea un nuovo comando al vertice. Le nuove figure di spicco si innalzano a capi, sebbene non sempre riconosciute come tali dagli anziani uomini d’onore detenuti o da poco tornati in libertà. Le famiglie principali sono i Fidanzati, i Guttadauro, ma anche Auteri, Lo Presti, che condividono il potere con i boss storici, tra cui Motisi, Mineo, Capizzi, solo per citarne alcuni. Cosa Nostra continua a imporre il pizzo, partecipa alla maxi cupola con i cugini ndranghetisti e massoni, infiltra politica e istituzioni. E’ sul mercato della droga, divide gli affari con i cults nigeriani, sempre più potenti grazie alla fruttuosa gestione del traffico di esseri umani e ad un vantaggio competitivo nel settore degli stupefacenti, di cui controllano sia l’offerta che la domanda.

Cosa nostra si declina anche nel cyberspazio, in particolare nel campo delle scommesse, giochi online ed insider trading. Un business davvero succoso per le mafie, tramite il quale rimpinguano le casse abbassando i rischi. Il gioco d’azzardo specula spesso sulle fragilità umane; è un campo di attività che oscilla tra legale ed illegale. Molte le occasioni fornite con video-lottery, slot machine, lotterie, gratta e vinci, poker online, lotto e superenalotto, win for life, scommesse sportive o ippiche, bingo, giochi online con vincite in denaro, giochi da casinò e casinò online. La nuova frontiera consente di giocare e scommettere anche dal cellulare, H24, praticamente sempre e ovunque. Gli interessi mafiosi in questo settore si diramano su più fronti: dalla gestione diretta o tramite prestanome delle sale da gioco, dei centri scommesse, delle attività di noleggio degli apparecchi; alla creazione di mercati illeciti e canali di gioco illegali. I sodalizi mafiosi, avvalendosi sempre più delle possibilità offerte dalla tecnologia, stanno dominando i settori del gioco d’azzardo (gambling) e delle scommesse (betting) realizzando circuiti paralleli. La più importante diramazione criminale è probabilmente il riciclaggio del denaro proveniente da altri traffici illeciti. Questo può avvenire sia attraverso una ripulitura dei soldi giocati (si immette denaro sporco nelle scommesse, si ricava denaro pulito dalle vincite), sia investendo nel settore dell’azzardo, acquisendo e gestendo punti scommesse, sale bingo, casinò, ricevitorie e affini. Nelle attività più semplici (come il controllo dei locali in cui sono installate le slot machine) i clan possono esercitare la loro abituale influenza; mentre hanno dovuto aggiornarsi e trasformarsi per rispondere alle tecnologie più innovative o complesse (sviluppo di software, strategie commerciali e finanziarie appropriate). Il fenomeno mafioso si può declinare nella manomissione delle macchine (per rendere l’alea di rischio più elevata rispetto a quella regolamentare, con maggiori possibilità di perdite per i giocatori e corrispondenti aumenti di entrate illecite per i gestori dei locali); collegamenti tra i dispositivi degli apparecchi che contengono le informazioni sul volume delle giocate e il concessionario; installazione di dispositivi (cosiddetti abbattitori) che interferiscono nel collegamento telematico. Si aggiungono l’attivazione di apparecchi clandestini, non censiti, la clonazione delle smart-card, la trasformazione di videogiochi o giochi di abilità in slot con vincita di denaro, attraverso l’installazione di una seconda scheda. Le recenti indagini hanno mostrato un chiaro passaggio alle attività online da parte dei sodalizi mafiosi, i quali hanno sfruttato la tecnologia finanziaria, compreso l’uso di siti web di gioco d’azzardo internazionali e conti bancari online. Nelle applicazioni si scommettono soldi finti solo in apparenza, perché le fiches si pagano attraverso postepay, paypal, buoni regalo digitali o ricariche telefoniche. Social e whatsapp sono i canali più immediati per entrare in contatto con la mala dell’azzardo. Si utilizzano criptovalute, bitcoin e monero. Oltre la loro funzione di investimento (ad alto rischio) le monete virtuali sono sempre più spesso usate per condurre affari illegali, contatti con i cartelli sud americani, vendita di armi, droga, banconote false, riciclaggio, riscatti e commercio di dati.

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