Pubblicato: gio, 3 Apr , 2014

Usa: sparatoria in Texas

Veterano di guerra dell’Iraq apre il fuoco nella base militare di Fort Hood, già scena di un drammatico attacco nel 2009
milley

Mark A. Milley, comandante di Fort Hood

Il bilancio della sparatoria avvenuta in queste ore nella base militare di Fort Hood, in Texas, è di quattro morti e sei feriti. Tra le vittime vi è anche l’uomo che ha aperto il fuoco, morto suicida, un veterano dell’Iraq. Secondo la ricostruzione, l’uomo si è aggirato tra gli edifici della base prima a piedi e poi con un mezzo di trasporto, sparando con una calibro 45 a chiunque incontrasse nel suo tragitto.

Il tenente generale Mark A. Milley, comandante della base colpita dall’attacco, ha escluso l’ipotesi di terrorismo, descrivendo il veterano come un uomo depresso, ansioso, distrutto dall’esperienza in Iraq, avvenuta nel 2011. L’uomo, infatti, si stava sottoponendo a dei test per diagnosticare un disturbo post-traumatico da stress, lamentando un trauma cranico nonostante in guerra non abbia mai subito alcuna lesione fisica.

Secondo le stime dell’ospedale che ha accolto i feriti, l’uomo avrebbe sparato indistintamente alle inconsapevoli vittime: le ferite d’arma da fuoco sono state riportate al collo, alle gambe, all’addome, senza denotare dunque una precisione nel colpo. L’unico colpo inferto con precisione è stato quello che l’omicida ha rivolto verso se stesso, una volta accerchiato dalle forze dell’ordine giunte immediatamente sul luogo della sparatoria. Nonostante inizialmente sia stato mantenuto l’anonimato, l’identità dell’uomo sembra coincidere con quella di Ivan Lopez, giunto nella base di Fort Hood in febbraio.

Fort Hood non è nuova a questo genere di episodi, nel 2009 la base è stata luogo di un’altra sparatoria, causante la morte di 12 persone e 31 feriti. Ad aprire il fuoco in quella circostanza fu uno psichiatra dell’esercito, catturato vivo anche se ferito gravemente. La sparatoria del 2009 suscitò parecchio scalpore negli Stati Uniti, poiché le origini orientali dell’attentatore e alcune prove ritrovate nel suo computer fecero pensare ad un attacco terroristico.

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