Pubblicato: ven, 26 Lug , 2013

Unioncamere, 112mila assunzioni in meno

Sono circa 750mila le entrate complessive – assunzioni – attese dalle imprese nel corso del 2013, tuttavia sono 112mila in meno del 2012.

 

NEWS_152213Quest’anno la crisi che attanaglia il Paese ha colpito duramente i consumi giunti ai minimi storici, tuttavia, all’orizzonte, sembrano spuntare previsioni comunque positive. Infatti, una parte del tessuto produttivo italiano, sembra tenere botta alla crisi sempre più galoppante. In particolare, una quota, pari al 13,2%, di tutte le imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti, si accinge a fare nuove assunzioni, però la propensione ad assumere si amplifica per quelle orientate all’export e all’innovazione. Dunque, sono 750mila le entrate complessive di personale che il settore privato intende acquisire nel 2013. Questo è quanto emerge dai dati del “Sistema informativo Excelsior”, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, che monitora le previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi. In particolare, questi dati sono ricavati dalle interviste effettuate, alle oltre 94mila imprese oggetto dell’indagine, nell’arco di quattro mesi del 2013.

E’ dunque la necessità di mantenere alto o di elevare il profilo competitivo delle imprese, che indurrà queste ultime ad investire maggiormente nella qualità delle risorse umane, puntando, soprattutto, all’assunzione di laureati e diplomati e ricercando, al contempo, un maggior numero di profili professionali tecnici e operai specializzati. Tra l’altro, oltre alla maggiore qualificazione, i programmi delle imprese si orienteranno verso una più elevata stabilizzazione delle persone che verranno assunte in azienda. A tal riguardo, rispetto al 2012, i contratti di lavoro a tempo indeterminato dovrebbero guadagnare nel 2013 l’1,0%, andando a rappresentare oltre un quinto delle entrate totali.

Sono le difficoltà del mercato interno ad ingenerare un calo dei contratti complessivamente stipulati – nella misura di 112mila unità in meno rispetto a quelli preventivati nel 2012 – e, pertanto, un protrarsi della caduta dell’occupazione, il cui saldo ammonta a -250mila tra le 750mila entrate complessive previste e il quasi milione di uscite programmate dalle imprese. Secondo i dati del “Sistema Excelsior”, questa dinamica tenderà a colpire principalmente tutti quegli ambiti – territoriali, di dimensione d’impresa, settoriali – più strettamente dipendenti dal mercato interno. Nella fattispecie, si rilevano le seguenti criticità: nel Mezzogiorno da cui è atteso il 35% del saldo negativo complessivo, nelle imprese con meno di 10 dipendenti che prevedono di ridurre la propria forza lavoro di 142.600 unità, nelle costruzioni con un saldo di -59mila e nel commercio al dettaglio (-24.500), il comparto turistico (-25.600).

“Per ricostruire l’occupazione perduta non c’è che un modo: ripartire dalle imprese”. Questo è quanto dichiarato da Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere. Quest’ultimo ha poi affermato: “Senza imprese, non c’è lavoro. E le imprese possono creare lavoro se riescono a crescere, a sviluppare nuovi prodotti e servizi, ad allargare il proprio mercato. I dati non sono confortanti ma la presenza di una quota significativa di imprenditori che scommettono sull’impresa e operano nuove assunzioni fa capire che il sistema è vitale e che riducendo il carico burocratico e quello fiscale si libererebbero risorse per accelerare la ripresa”.

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