Pubblicato: Gio, 30 Gen , 2014

Un Parlamento di lusso, a 5 stelle

Ultimi due giorni in un parlamento da far west

parlamentoLa giornata parlamentare che non ti aspetti, nel bene e nel male, è sotto il segno del Movimento 5 Stelle: dalle derive fasciste a nette prese di posizione, passando per lo “schiaffo” di Dambruoso e il tanto caro impeachment per Napolitano – forse non più ‘finzione politica populista’ come diceva Grillo – per cui è stata depositata una denuncia per stato d’accusa.

Ma andiamo per ordine. Il ‘boia’ è stato richiamato più volte in questi ultimi giorni, prima dal ‘cittadino’ Sorial (una frase riferita a Napolitano; forse è ancor più boia il suo estetista, si legge sui social network) e poi dal ‘cittadino’ Tofalo che, non contento, ha ripetuto alla presidenza della Camera l’infelice frase “Boia chi molla”, di chiara deriva fascista. “Siete poco informati” – dirà poi Tofalo – “la frase è stata usata a fine 700 dalla partenopea Fonseca” (rifacendosi chiaramente a ‘wikipedia the free encyclopedia’). Un pò come se si andasse in aula con una svastica tatuata sul braccio e, non appena si grida allo scandalo, si facesse notare come la svastica originariamente fosse stato un simbolo religioso esistente già nel neolitico. Non fa una grinza.

Ma la deriva sembra essere contagiosa: Laura Boldrini, presidente della Camera, ha deciso di ricorrere alla “ghigliottina” ponendo direttamente in votazione il decreto legislativo Imu-Bankitalia (236 si, 29 no, scongiurata comunque la seconda rata dell’Imu) a fronte del persistere dell’ostruzionismo condivisibile del Movimento 5 Stelle, in queste ore in protesta sull’Aventino – p.s. sul decreto il Movimento potrebbe aver pure ragione certo è che rimandare la discussione di un decreto fino alla decadenza corrisponde di fatto a bypassare le prerogative del parlamento. Per il Movimento quello della Boldrini è un abuso contro le opposizioni che non ha mai avuto precedenti. Blindato in queste ore l’ufficio della presidente della camera.

Si accusa il governo di aver dato più potere alle banche (con il decreto Imu-Bankitalia), questo il fatto che ha suscitato l’ira dei cinquestelle ma il ministero del Tesoro assicura: “Con il decreto Imu-Bankitalia non viene fatto nessun regalo alle banche: la polemica politica ha spesso preso il sopravvento sulla realtà dei fatti così che alcuni interventi hanno prospettato effetti del provvedimento del tutto fantasiosi e infondati.” Questo decreto modifica un assetto datato al 1936.

Le proteste sono andate oltre il consentito tanto che la ‘cittadina’ Lupo ha tentato di salire sopra un banco nell’aula ma è stata fermata dal questore della camera Dambruoso (Sc) reo, a detta dei Cinquestelle, di averle dato uno schiaffo. Roba da ludoteca.

“Sento la necessità, anche in virtù del mio ruolo di questore della Camera, di scusarmi con la deputata del M5S, Loredana Lupo, che ho involontariamente colpito, nel tentativo di impedire a lei e ai suoi colleghi di avventarsi, con furia, contro il tavolo della presidenza. Ma non è stato uno schiaffo – continua Dambrouso – Il diritto politico alla protesta è sconfinato in una aggressività ingiustificabile da parte di numerosi deputati del M5S.” La manata (più che schiaffo) c’è indubbiamente stata, e vistosa pure; la cittadina Lupo stava per salire su un banco e Dambrouso è intervenuto maldestramente e vilmente con una manata sul volto della malcapitata, fornendo uno spettacolo che poco si addice all’aula di un Parlamento in un Paese civile. Si aspetta la prova tv per condannare definitivamente il gesto del deputato Sc.

Tra i vari episodi anche l’accusa di De Rosa (M5S) ad alcune deputate del Pd di avere avuto il posto di potere in cambio di ‘sesso orale’, le scuse anche da parte dell’Udc Cera che intimava le deputate (cittadine) grilline a trovarsi un fidanzato e l’irruzione da parte del cittadino Di Battista nella conferenza stampa di Speranza (Pd). “Basta guardarli negli occhi questi del Pd e dei vari Brunetta e altri per capire che ti prendono in giro” afferma l’autore del selfie allo specchio nel bagno di Montecitorio. 

In tutto questo trambusto il buon Giovanardi se la svigna e cerca di fare proselitismo per strada distribuendo volantini anti-cannabis con uno slogan di tutto rispetto: “Chi fuma ha i buchi nel cervello”. Spesso anche chi non fuma.

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