Ucraina, 95% di si alla secessione
Arrivano i primi dati del referendum-farsa organizzato nelle regioni indipendentiste, 95% di si e 70% di affluenza
Si è svolto ieri il contestato referendum autoconvocato nelle regioni orientali separatiste di Donetsk e Lugansk. L’affluenza, secondo i dati forniti dagli organizzatori, è stata del 70% mentre i sì all’indipendenza da Kiev sarebbero al 95%, anche se i risultati definitivi si dovrebbero avere solo domani.
La consultazione è stata una farsa e il risultato era annunciato. L’assenza di osservatori internazionali impedisce di avere dati reali e report ufficiali ma dalle testimonianze dei cittadini e dei giornalisti in loco si evince l’irregolarità del referendum. A parte la questione sulla legittimità, in quasi tutti i seggi le commissioni elettorali erano composte da filorussi con presidenti di seggio che facevano propaganda all’interno del seggio, numerosi gli “avvistamenti” di pacchi di schede già votate, liste elettorali non aggiornate, numerosi i casi di russofoni a cui è stato concesso di votare più volte e, come se non bastasse, in quasi tutti i seggi le urne erano trasparenti e le schede elettorali non piegabili.
Usa e Ue hanno annunciato di non voler riconoscere né dare peso alla consultazione, mentre Kiev, che pure ha tentato, nelle poche zone orientali controllate di impedire il voto, non solo non ne riconosce la legittimità ma accusa la Russia di essere la regia occulta di tutta la crisi. Putin, d’altro canto, che pur aveva chiesto ai filorussi di annullare il voto, probabilmente riconoscerà il voto in attesa, forse, di ripetere lo schema della Crimea anche se questa volta le sanzioni dell’Occidente potrebbero essere molto più pesanti e colpire anche il patrimonio multimiliardario dello Zar Putin.
Intanto sono riprese le operazioni militari dell’esercito ucraino contro gli armati filorussi, ormai l’Ucraina, almeno nella parte orientale, è in piena guerra civile. Mentre si spera che gli attori internazionali, al di là delle schermaglie verbali, possano trovare una mediazione per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente, Kiev, nonostante le poteste siano sobillate e orchestrate dalla Russia, dovrebbe, se davvero vuole entrare nel novero delle democrazia, prendere atto delle proteste di larghe fette della popolazione orientale che non si riconosce nel nuovo corso e che non possono essere tutti liquidati come ribelli insurrezionalisti.