Pubblicato: mar, 1 Lug , 2014

Trovati i corpi dei giovani israeliani rapiti

Ieri sera sono stati rinvenuti i cadaveri dei tre ragazzi israeliani rapiti due settimane fa. Imminente una rappresaglia contro Hamas da parte di Israele
Naftali Frenkel, Gilad Shaar and Eyal Yifrach

Naftali Frenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach

Sono stati trovati ieri sera, in Cisgiordania vicino Halhul, i corpi di Naftali Frenkel, Gilad Shaar, entrambi di 16 anni, e di Eyal Yifrach, 19 anni. I corpi dei tre giovani israeliani, rapiti il 12 giugno vicino Hebron, erano sepolti pochi metri sotto terra, uccisi da armi da fuoco probabilmente, secondo i primi rilevamenti, poco dopo il rapimento.

Il governo israeliano già nei giorni scorsi aveva individuato in Hamas i responsabili e nel caso particolare in Marwan Qawasmeh e Amar Abu Aisha, definiti “membri di Hamas a Hebron”, due tra i principali registi dell’operazione. Il premier Netanyahu ha detto «Hamas è responsabile e pagherà», preannunciando così, poco prima della riunione d’emergenza del Governo di ieri sera, la dura reazione di Israele all’omicidio dei tre ragazzini.

Già nella notte l’aviazione israeliana ha condotto 34 raid, pare senza causare vittime, contro le postazioni di Hamas a Gaza ma, secondo quanto dichiarato dal Governo, l’azione di stanotte sarebbe la risposta agli attacchi condotti dai palestinesi contro il sud d’Israele, infatti più di 30 missili sarebbero stati lanciati nella sola giornata del 29 giugno da Hamas. La rappresaglia per l’omicidio dei tre giovani dovrebbe avvenire nelle prossime ore e ancora non si quanto dura possa essere, alcune fonti parlano addirittura di un’invasione di Gaza, finora, oltre ad intensificare le ricerche per i due sospettati, l’esercito di Tel Aviv si sarebbe limitato a demolire le case dei sospetti (pratica in disuso da circa 10 anni) e a continuare nei rastrellamenti nella zona di Hebron.

Hamas da parte sua si dice estranea all’omicidio, anche se un mese fa il primo ministro di Hamas a Gaza aveva detto: «rapire soldati israeliani è un dovere di ogni buon palestinese», e afferma che un’eventuale reazione israeliana aprirà le “porte dell’inferno” allo Stato ebraico.

Il rapimento, l’omicidio e l’inevitabile reazione di Tel Aviv non faranno altro che affossare il debole processo di pace, che però negli ultimi mesi aveva fatto dei timidi passi in avanti, allontanando sempre di più una soluzione per il conflitto, ad incominciare dalla creazione di uno Stato di Palestina, punto fondamentale per un accordo di pace. Non solo da parte israeliana, i continui attacchi di Hamas ad Israele potrebbero portare, infatti, a rompere il governo di unità nazionale tra le varie fazioni palestinesi guidato da Abu Mazen indebolendo e delegittimando una delle parti.

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