Pubblicato: mar, 22 Ott , 2013

Teatro, Ocean Terminal aldiqua del palco: video su you tube

Aldiqua del palcoIl valore simbolico del rito funebre e la sua negazione per motivi etici o religiosi sono tornati alla ribalta con il caso Priebke. Per motivi del tutto diversi, ma non meno contrastati nell’opinione pubblica, sette anni fa i funerali religiosi furono negati ad un uomo malato di sclerosi laterale amiotrofica, reo per lo Stato e per il Vaticano di reclamare la libertà ad una vita dignitosa, ovvero il distacco del ventilatore artificile per andare incontro, con la sedazione, ad una morte naturale. Quell’uomo fu Piergiorgio Welby. Era  il 24 dicembre 2006, quando fu celebrato nella Capitale il rito laico di un funerale simbolico, in piazza Don Bosco, ma senza salma, negata dall’autorità giudiziaria, e senza croci. Il 3 ottobre scorso, radio 100 passi al teatro dei Conciatori di Roma, ha sostenuto con un incontro dopo lo spettacolo, l’evento teatrale “Ocean Terminal”, di fatto il racconto letterario della vita di Piergiorgio Welby. Rime spezzate scritte da lui nel corso di una vita ed oggi riunite in un testo teatrale, diretto ed interpretato da Emanuele Vezzoli. L’incontro, di fatto un dialogo in diretta con alcuni convitati speciali “Ocean Terminal aldiqua del palco”,  oggi è un video, girato e realizzato da David Melani, scaricabile sul canale you tube di radio 100 passi.

Attorno ad un tavolo, coperto da un lenzuolo bianco, su cui in teatro aveva rivissuto Piergiorgio Welby, prendono posto il suo anestesista Mario Riccio, la moglie Mina e la sorella Carla. Con loro, il vaticanista Giuseppe Di Leo che ha posto la questione dell’attualità o meno del divieto dei funerali religiosi nell’era della misericordia, inaugurata da papa Francesco. Si aggiungono, poi, applauditissimi il blogger Sergio Di Cori Modigliani, che si è soffermato sulla metafora contemporanea che questa piece teatrale ispira nella lettura del nostro Paese oggi, del professore di storia del diritto, Francesco Di Donato e dell’attore ergastolano Cosimo Rega, che hanno sottolineato il valore universale, culturale ed educativo del testamento artistico di Welby,  Ocean Terminal. In particolare, Rega ha plaudito alla interpretazione magistrale di Vezzoli che ha saputo portare in scena il dolore autentico di un uomo che muore, dimenandosi con un avvitamento su se stesso da un lenzuolo che lo opprime, ma che non rappresenta solo la progressiva paralisi dei muscoli. Nel sentirsi morire, in Ocean Terminal c’ è molto altro, suggerirebbe, d’accordo con tanti, anche Rega.

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