Pubblicato: lun, 31 Mar , 2014

Strage di Capaci: dal 23 maggio il nuovo processo

Il Gup di Caltanissetta ha rinviato a giudizio 5 boss, altri 4 hanno scelto il rito abbreviato

26606089_strage-di-capaci-si-apre-una-nuova-pista-1Si aprirà il prossimo 23 maggio, nel giorno del ventiduesimo anniversario della strage di Capaci, il processo a carico di cinque imputati accusati di aver ricoperto vari ruoli nell’attentato in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicilllo e Vito Schifani. Lo ha stabilito il Gup della Dda di Caltanissetta, David Salvucci, che ha rinviato a giudizio i boss palermitani Cosimo Lo Nigro, Salvatore Madonia, Giorgio Pizzo, Vittorio Tutino e Lorenzo Tinnirello. I capimafia sono imputati anche di porto e detenzione di esplosivo e danneggiamento aggravati dalla finalità terroristica. A giudicare i cinque presunti stragisti sarà la Corte d’assise di Caltanissetta con rito ordinario.

Altri quattro imputati, invece, hanno optato per il rito abbreviato, la cui udienza è stata già fissata per il 16 aprile. Si tratta dei collaboratori di giustizia Giuseppe Barranca, Cristoforo Cannella, Cosimo D’Amato e Gaspare Spatuzza. È dalle rivelazioni di quest’ultimo, autoaccusatosi dell’attentato, che è partita la nuova inchiesta. Oltre ai familiari delle vittime e le persone rimaste ferite nella strage, si sono costituiti parte civile la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno e quello della Giustizia, la Provincia e il Comune di Palermo, la Regione siciliana, l’Anas, il Comune di Capaci e il centro Pio La Torre.

Secondo l’accusa, fu Totò Riina ad ordinare l’omicidio di Falcone, in cima alla lista nera dei nemici della mafia già ai tempi del maxiprocesso. Con l’attentatuni di Capaci, il capo dei capi di Cosa nostra volle lanciare allo stesso tempo un attacco frontale allo Stato. Il messaggio di Riina era chiaro: è l’inizio della strategia stragista, cui seguirà, appena 57 giorni dopo, l’eccidio di via D’Amelio, e che aprirà il dialogo con esponenti delle Istituzioni e del Ros dei carabinieri. Quella trattativa fra mafia e pezzi deviati dello Stato su cui tenta di far luce la Procura di Palermo.

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