Pubblicato: mer, 7 Mag , 2014

Stop alle indagini su trattativa. Salvatore Borsellino: «Ribellatevi»

Il fratello del giudice ucciso in via D’Amelio interviene dal palco del Movimento 5 Stelle in merito alla circolare del Csm che azzera il pool di Palermo: «Impedite questo nuovo assassinio senza sangue»

10299944_4348035516089_7835644965878475581_nSullo stop alle nuove indagini sulla trattativa Stato-mafia imposto da una decisione del Csm per mezzo di una circolare, arriva fortissimo l’urlo di indignazione di Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso proprio perché aveva scoperto quell’indicibile accordo tra i vertici di Cosa nostra e pezzi deviati delle Istituzioni e ad esso si era opposto con tutte le sue forze.

«Devo stare lontano dalle competizioni politiche, perché non posso fare diventare il nome Borsellino, un nome che significa tanto nel nostro Paese, qualcosa di parte», ha detto intervenendo prima del comizio di Beppe Grillo, dal palco del Movimento 5 Stelle allestito a piazza Castelnuovo, a Palermo. «Però ci sono anche delle emergenze e questa è un’emergenza. Stamattina aprendo il giornale ho letto quello che mai mi sarei aspettato di leggere: stanno strappando ai giudici Di Matteo, Tartaglia e Del Bene il processo che si sta svolgendo a Palermo sulla trattativa. Stanno cercando di fermarli».

L’accusa, pubblica, diretta e condivisa dall’intera piazza, è rivolta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, capo del Csm. «Il nostro non è un Paese normale, governato da un presidente che non è il presidente di tutti gli italiani ma solo di una parte degli italiani. Rieletto dopo il primo settennato, perché doveva essere il garante del silenzio su quella infame e scellerata trattativa tra Stato e antistato che è costata la vita a Paolo Borsellino e che già aveva ucciso suo fratello Giovanni Falcone, alla cui morte ha reagito in maniera così totale e violenta che, a quel punto, non esisteva più che una possibilità: eliminarlo e in fretta. E così è stato fatto». 10174786_4348022675768_2954040790688148082_nSalvatore Borsellino lo ripete da anni: su quella trattativa è calata una cortina di silenzio che dura da oltre un ventennio, durante i quali tutti hanno negato la sua esistenza. «Questa sera – ha aggiunto rivolgendosi alla folla, che ascolta attenta ogni singola parola – sono qui su un palco dal quale mai avrei pensato di poter parlare, ma d’altra parte, se c’è un solo movimento politico in Italia che mi permette di parlare e mi dà voce è il Movimento 5 Stelle. Tutti gli altri partiti mi osteggiano proprio perché io dico chiaramente che c’è un complotto nel nostro Paese per fermare questo processo, che vede alla sbarra pezzi di Stato e per questo non vogliono vada avanti».

Il fratello del giudice ucciso in via D’Amelio insieme agli agenti di scorta il 19 luglio 1992 attacca il «triumvirato che governa l’Italia: Napolitano-Renzi-Berlusconi», per effetto del quale, tra le altre cose, si è snaturata una legge. Il riferimento è all’articolo 416ter sullo scambio elettorale politico-mafioso, che «avrebbe dovuto aumentare le pene per quelle persone più pericolose dei mafiosi, perché scendono a patto con essi e con essi colludono. «Il 416ter è stato ridotto proprio perché Berlusconi, il giorno prima che venisse discusso in aula, è andato a trovare Napolitano e il giorno dopo, “improvvisamente”, il Pd di Renzi ha fatto passare il provvedimento, e altrettanto sta facendo con tutti quei provvedimenti che il governo Berlusconi non era riuscito a far passare. Il Pd non è altro che il Pdl meno L. In Parlamento non c’è più opposizione».

Dopo più di vent’anni la storia si ripete. Quanto sta accadendo oggi è gravissimo. Si sta verificando esattamente quello che era già avvenuto in passato, poco prima che venissero uccisi Falcone e Borsellino, con il Csm che cerca di smantellare il pool di Palermo. «Allora c’era il pool antimafia di Palermo, che aveva portato alla sbarra tutta la Cupola mafiosa e ottenuto per quelle persone centinaia di anni di galera. Dopo quel grande successo, avevano cominciato a smantellare il pool. Mio fratello Paolo aveva rilasciato un’intervista nel quale denunciava lo smantellamento del pool ed era stato deferito al Csm. E Paolo aveva detto: “Se il pool deve morire, deve morire davanti a tutti, non deve morire in silenzio”. E allora io vi dico: cosa volete aspettare ancora?».

«Io ricordo cosa hanno fatto i palermitani ai funerali degli agenti di scorta di Paolo Borsellino – urla Salvatore –. Hanno cacciato via a calci, a pugni, a schiaffi e a sputi quegli avvoltoi che si disputavano i primi banchi della Cattedrale. Oggi che cosa aspettiamo, che uccidano un altro magistrato? Poi appenderemo le lenzuola bianche alle finestre per dire “Fuori la mafia dallo Stato”? Perché non cominciamo a farlo adesso, mentre questi magistrati sono ancora vivi, prima che li uccidano?! Perché dobbiamo sempre aspettare il sangue per reagire? Siamo diventati un popolo di imbelli incapaci di reagire e di cacciarli a calci e sputi, come abbiamo fatto con Scalfaro e con il capo della Polizia. Oggi c’è un Presidente che non ci rappresenta e al quale gli deve essere impedito di continuare quello che sta facendo. Questo presidente della Repubblica si merita l’impeachment». 10178094_4348027115879_4716534816002075180_nNel suo lungo intervento, Salvatore Borsellino ha sottolineato ancora una volta la richiesta che alla scorta di Di Matteo venga messo a disposizione il Bomb jammer e sulla cui effettiva assegnazione il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha più volte mentito. «Oggi di quel Bomb jammer non c’è più bisogno, perché il giudice Di Matteo lo hanno già ucciso impedendogli di continuare le indagini sulla trattativa. E questo, badate bene, avviene qualche giorno dopo l’annuncio del premier Renzi ha promesso la desecretazione delle carte sulle stragi. Fate attenzione! Si tratta solo di una mossa elettorale, perché da un lato tolgono il segreto di Stato su quelle carte che finora hanno coperto la verità sulle stragi, mentre dall’altro mettono il bavaglio a quei pochi giudici che rappresentano la memoria storica al Palazzo di giustizia di Palermo, impedendogli di indagare».

«Ribellatevi adesso – conclude –, chiedete a gran voce giustizia e verità, impedite che a questi magistrati sia messo il bavaglio. Non possiamo permetterlo! Il popolo di Palermo deve reagire! Il popolo di Palermo deve alzare la testa, non deve aspettare che sia versato altro sangue! Anche se oggi delle minacce di Riina non c’è più bisogno, il “lavoro sporco” per eliminare anche quest’altro giudice lo sta già facendo Napolitano. Ci ha pensato lui, mettendo il bavaglio a questi magistrati. Vent’anni fa, Paolo, parlando di quello che era accaduto al pool, riferendosi nello specifico ai provvedimenti disciplinari che erano rientrati, aveva detto: “L’opinione pubblica ha fatto il miracolo”, ecco io vi chiedo: rifate ancora una volta questo miracolo! Protestate, protestate, protestate con tutto il fiato che avete! Impedite che questo nuovo assassinio, senza sangue, venga ancora una volta perpetrato!».

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