Pubblicato: mar, 11 Mar , 2014

Squinzi: “Ridurre cuneo fiscale aziende è l’unica strada”

Il presidente della Confindustria parla delle mosse del premier Renzi
Giorgio Squinzi

Giorgio Squinzi

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi interviene nel dibattito sulla riduzione delle tasse che si è aperto nei giorni scorsi, dopo l’annuncio del premier Matteo Renzi di voler intervenire con un taglio da 10 miliardi.
In una lettera al ‘Corriere della Sera’ il leader degli industriali ammonisce che la misura ideale sarebbe “la riduzione del cuneo fiscale pagato dalle aziende” e non l’intervento annunciato dal premier a favore delle famiglie con “qualche decina di euro in più in busta paga”. Scrive Squinzi: “Da tempo diciamo che occorre intervenire in maniera seria sul cuneo fiscale, perchè quello è il fattore che più ci penalizza rispetto alle economie avanzate. Più di 35 punti di svantaggio competitivo rispetto alla Germania sono un abisso che non possiamo pensare di colmare facendo leva sempre sulla nostra creatività e fantasia”. Per Squinzi “un miglioramento di competitività di costo si tradurrebbe immediatamente in effetti positivi sia sull’occupazione, sia sulla competitività d’impresa. È strutturale – dice – agisce in profondità. Non si tratta di una misura fatta per gli imprenditori: non siamo iscritti al club Irap o Irpef. Siamo da tempo convinti che la questione chiave è la riduzione del cuneo pagato dalle aziende. Ridurlo vorrebbe dire venire incontro a chi produce e genera valore in Italia, allo sforzo di chi crede nel nostro Paese. La riduzione del costo del lavoro agirebbe in favore degli occupati e di chi un lavoro purtroppo oggi non ce l’ha, ma lo avrebbe se il suo costo gravasse meno sul bilancio delle imprese”. Insiste il presidente di Confisndustria: “Sarebbe interessante chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca. Sarebbe interessante stimare quante delle crisi industriali che stiamo affrontando sono crisi generate da costi eccessivi”. E aggiunge: “Cresceremo se le regole del fare impresa saranno poche, rigorose e comprensibili”.

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