Sicilia: Ingroia non è il nuovo assessore all’Energia
Scavalcato da Calleri, l’ex pm proposto da Crocetta per sostituire Marino è rimasto fuori dalla giunta

Antonio Ingroia
Avremmo potuto ritrovarci un nuovo Assessore Regionale all’Energia e i rifiuti. Fuori Niccolò Marino, dentro Antonio Ingroia. Invece così non è stato. «Escluso perché faccio paura» ha dichiarato l’ex magistrato. Il governo della regione non sta passando facili momenti, tra rimpasti, crisi annunciate e minacce di fuoriuscite da una maggioranza traballante, ha da qualche giorno rinnovato la giunta. Il governatore aveva provato ad inserire l’ex pm, trovandosi davanti il muro del Pd. Emblematiche e forti le parole del segretario regionale Fausto Raciti: «Con Ingroia non abbiamo nulla da condividere. Non possiamo neppure sederci al tavolo con una persona che è ostile a Napolitano». Alla fine è stato preferito Salvatore Calleri, presidente della fondazione Caponnetto, fra i leader del megafono toscani ma di origini catanesi. Adesso nelle sue mani le questioni scottanti delle discariche, della gestione rifiuti e delle acqua. Partito quindi il Crocetta-bis con 6 nuovi assessori e sei riconfermati, con qualche slittamento di poltrona. Tra polemiche e scontri il governatore ha presentato la nuova squadra. Sfumata quindi la possibilità di avere a fianco ingroia che intanto rimane a e-servizi dal momento che è stato nominato amministratore unico, con un mandato di 3 anni. Probabilmente anche alcune vicende legate alla sua persona hanno influito in questa esclusione dal ruolo di assessore. «Fa paura la mia storia di magistrato che non guarda in faccia nessuno, compresi i potenti. Perché dove metto piede volente o nolente la magistratura fa indagini. E’ accaduto in Sicilia e-Servizi e presto succederà a Trapani dove sono commissario della Provincia e ho scoperto alcune anomalie».
In ogni caso avrebbe considerato la proposta di prendere il posto di Marino, aveva dichiarato Ingroia. Infatti “rivoluzione civile” non si è spenta dopo le elezioni nazionali dello scorso anno ma è andata avanti cambiando anche il nome. «Ho capito dall’esperienza vissuta che non è stata fallimentare, che non basta la novità ma l’azione costante, per questo porto avanti il mio movimento che chiamo Azione civile, per sottolineare che senza azione non c’è rivoluzione». La passione per la politica Antonio Ingroia non l’ha persa, ce l’ha confermato ai nostri microfoni, ribadendo il bisogno di una responsabilità etica all’interno delle istituzioni.