Pubblicato: lun, 11 Gen , 2021

Scuola in rivolta. Studenti e docenti al Governo: ora dovete ascoltarci.

A Roma e nel Lazio oggi gli studenti ed i docenti di oltre 40 licei ed istituti secondari superiori hanno manifestato la loro protesta contro l’inerzia del governo e l’ipocrisia verso il mondo della scuola, ritrovandosi nelle piazze e davanti alle loro scuole per fare lezione all’aperto. Computer disconnessi, no alla DAD.

 

     A Roma, alle ore 10, Caterina Caravaggi, docente di lettere al liceo Luciano Manara,  davanti alla scuola, all’aperto, ha fatto lezione sul Convivio di Dante, perchè la didattica a distanza non può in alcun modo sostituire la formazione, che si ottiene, come insegna il Convivio, condividendo il sapere, anche seduti in un banchetto comune.  Lo ha ribadito, così, con le armi che ha a disposizione nel corso della sua lezione all’aperto, agli studenti: la didattica senza la relazione e lo scambio non può formare, né far crescere.  Secondo la docente,  la scuola, da almeno un decennio, continua ad essere usata solo come una carta nella contrattazione politica, in un’ ottica di ricatti e di potere.  Anche il rinvio della data per la riapertura non è stato utilizzato per fare qualcosa in più, per una riapertura in sicurezza, finendo solo con lo scontentare tutti-  Cosa auspica, quindi,  per il futuro?  – L’unica speranza che resta, sottolinea Caravaggi, è che i ragazzi, apprendano anche studiando Dante, come ho ricordato loro questa mattina, che comunque è importante scendere in strada, fare la propria parte, piuttosto che comportarsi come gli Ignavi, descritti dal Poeta.

Sit-in davanti al MIUR

Alle ore 11 la protesta si è spostata davanti al palazzo del MIUR, che, sulla ben nota scalinata ha riportato gli studenti e gli striscioni. Per fare colore, sono stati fatti esplodere alcuni blandi fumogeni rossi e si sono riportate in spalla nostalgiche bandiere vintage dell’intramontabile Che Cuevara.  Ovunque, gli studenti invocano la riapertura delle scuole, in sicurezza, che passa anche dai trasporti, ma soprattutto chiedono che la scuola diventi la carta su cui il Paese deve puntare ed, invece, sul governo si è persa la fiducia. – Sono mesi che aspettiamo di capire se e come tornare in presenza, ora basta. Ci siamo sentiti abbandonati, non sappiamo cosa stia concretamente facendo il governo per affrontare e risolvere i problemi della scuola da sempre, per giunta aggravati dalla pandemia – dichiara Emanuela, che con Caterina, Carola e Gabriele  è scesa  a piedi dal liceo Luciano Manara, alle pendici dello storico colle del Gianicolo.  Si era annunciato più volte che la pandemia sarebbe stata la grande occasione, sottolineano i liceali, perché si erano finalmente stanziate le risorse, ma cosa si stia facendo e con quali tempi a nessuno è dato saperlo.  Un immobilismo che gli studenti oggi ed il Coordinamento dei consigli di istituto del Lazio, presieduti da Anna Mario Riccio, due giorni fa, davanti a Montecitorio, avevano già sollevato.

Le voci degli studenti

Caterina, 16 anni, aggiunge: – Abbiamo sempre detto in questi mesi che non vogliamo che si ritorni al prima, anche se ora possiamo solo dire che  fosse meglio di questo “peggio”. Il problema della scuola in Italia, purtroppo, resta la gestione. Possibile che  sia stata necessaria una pandemia per poter desiderare e realizzare una scuola più “smart” e al passo con i tempi?  Secondo Gabriele, 17 anni, la DAD non è istruzione.  – Ci hanno dato delle direttive da seguire, abbiamo cercato di osservarle, ma con i soldi destinati alla scuola, cosa si sta facendo e cosa si farà? Non avremmo il diritto di saperlo? I docenti questa mattina davanti al nostro liceo, ci hanno raccontato i ragazzi non hanno fatto solo lezione, ma hanno anche spiegato agli studenti che cosa serve alla scuola oggi e quali danni abbiamo procurato i tagli fatti negli anni, conferma Gabriele.

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