Pubblicato: ven, 16 Ott , 2020

Roma, ospedali ai posti di combattimento: medici positivi, no alle visite dei parenti.

Aumentano le segnalazioni dei medici positivi al covid negli ospedali “covid free” della Capitale, stretta sulle visite dei parenti. Difficile trovare sostituti.

 

       Roma, mentre nelle scuole la situazione sembra ad oggi ben governata e sotto controllo, e si anticipano disinfestazioni e disinfezioni routinarie, negli ospedali, soprattutto quelli cosidetti “covid free” si naviga  a vista ed i medici non dovrebbero assolutamente ammalarsi perchè non ci sono i sostituti.   Dopo le vacanze estive i medici ed il personale sanitario rientrati dalle zone più a rischio, come Grecia, Slovenia e Sardegna sono stati messi  in quarantena e poi sottoposti al test sierologico, prima di tornare in servizio.  Lo assicura Cristina Sopranzi, la responsabile del dipartimento comunicazione della Asl RM2, che annovera sul suo territorio ospedali importanti, come il Sant ‘Eugenio, il CTO  ed il Pertini. “La nostra Asl ha un protocollo ben preciso, nel caso in cui i medici o il personale infermieristico interno ai reparti risultino covid positivi ed abbiano i sintomi.  Il reparto viene immediatamente chiuso, i pazienti fatti evacuare in un altro padiglione, si procede poi alla sanificazione e si mettono i medici positivi o  a rischio di essere stati contagiati in quarantena. Per i parenti, che nei nostri ospedali Covid free, fin dal mese di marzo, non possono entrare abitualmente nei reparti, ma solo in alcune condizioni, abbiamo acquistato dei tablet perchè non si ripetano le angosciose situazioni in cui non si possa avere notizie o stare vicino, se pure a distanza, ai propri cari”. Diversa è la situazione in altre Asl, ognuna ha fatto le sue valutazioni organizzative, ma  come ci ha raccontato un medico-radiologo, incontrato fuori da un noto ospedale romano:   “A noi medici, i tamponi vengono disposti solo se siamo sintomatici, non abbiamo controlli preventivi o routinari periodici e sarebbe impossibile gestirli. Non possiamo sguarnire gli ospedali, non abbiamo sostituti, occorre scegliere il male minore, non le pare?  Di certo, vista l’aria che tira,possiamo dire che fino ad oggi la situazione è ancora sotto controllo tra i sanitari, ma la verità è che se facessero controlli periodici, molti di noi risulterebbero magari positivi e non potremmo trovare facilmente dei sostituti, quindi ci controlliamo solo se sintomatici o se capiamo di esserci esposti a rischio in modo serio. Insomma, mi sta dicendo che ce la giochiamo ai dadi?  Resta in sospeso questa domanda, a cui il medico intervistato non intende dare risposta, ma una cosa è certa: farsi ricoverare oggi ha i suoi rischi, quindi se un intervento non è urgente e può aspettare qualche mese, è preferibile rinviare. Si sta comunque decidendo di chiudere, dopo l’ultimo DPCM, definitivamente alle visite esterne, anche se il parente ha fatto il tampone e fosse sempre lo stesso, come era già richiesto da non pochi nosocomi romani
Per i cambi o qualunque cosa occorra ai pazienti ricoverati, va portato nei reparti, ma senza accedervi.  In queste ore lo stanno decidendo ormai quasi tutti gli ospedali romani. Resta chiuso il reparto di Cardiologia dell‘ospedale Policlinico Casilino a qualunque visita esterna. Il reparto, che secondo le dichiarazioni del direttore sanitario non è mai stato chiuso nella settimana dal 14 al 21 settembre, come invece già denunciato dalla giornalista Tiziana Ciavardini, aveva fatto già parlare di sè per non aver chiarito ancora da che cosa fosse scaturita la decisione di lasciare fuori Tiziana Ciavardini, che, come concordato doveva occuparsi di assistere il padre ricoverato, anche in orario diverso dalle visite, per aiutarlo a mangiare.Mentre, dopo averlo regolarmente potuto fare fino al 15 settembre, improvvisamente si vede la porta chiusa e nessuna spiegazione. Solo quella di una impiegata e dopo qualche giorno di altri sanitari che le dicono che hanno dovuto chiudere a causa di alcuni  positivi al covid tra il personale medico. Il padre di Tiziana morirà il 21 settembre senza che i suoi familiari abbiano potuto assisterlo nè riabbracciarlo, così lei era ricorsa ai microfoni di Radio radio per fare un appello a tutti i familiari, che come lei si fossero visti negare l’accesso al reparto di Cardiologia, senza alcun preavviso, nè una comunicazione formale, per capire se fosse successo solo a lei o anche ad altri, poichè il direttore sanitario ha negato di aver chiuso il reparto.

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