Pussy Riot aggredite dall’esercito russo a Sochi
Sochi, concluso nella violenza il concerto delle Pussy Riot, aggredite e insultate dall’esercito di Putin
Nel contesto delle Olimpiadi Invernali di Sochi la protesta e la violenza rubano la scena allo sport. Dopo l’episodio dell’arresto di Vladimir Luxuria, la stessa sorte è toccata a forme di attivismo ben diverse. Martedì tre componenti delle Pussy Riot sono state arrestate con l’accusa di furto poche ore dopo aver messo piede nelle vicinanze del villaggio olimpico. L’agente del gruppo punk di protesta ha denunciato le violenze subite dalle tre donne durante la breve reclusione, conclusasi nella mattinata di ieri, ma le accuse di violenza perpetrata dalle forze dell’ordine non si concludono qui.
Durante la giornata di ieri, poche ore dopo la scarcerazione, il gruppo si è esibito in un concerto nella piazza principale di Sochi, inneggiando sarcasticamente al governo Putin ed esclamando frasi di solidarietà nei confronti della rivolta in Ucraina. Il concerto delle Pussy Riot è stato interrotto dall’intervento della milizia cosacca, che con sfollagente e spray al peperoncino ha allontanato gli spettatori e perpetrato violenze ai danni delle manifestanti e del loro entourage. Stando alle testimonianze della stessa Nadia Tolokhonnikova, le forze dell’ordine russe hanno infierito sui corpi delle donne frustandole ed accusandole di essersi vendute agli USA.