Pubblicato: mar, 16 Set , 2014

Nuove minacce al procuratore Scarpinato: sale alta la tensione al Tribunale di Palermo

Lettera intimidatoria lasciata sulla scrivania del magistrato. “Possiamo raggiungerti ovunque”

20 anni dalla morte di Borsellino - Commemorazione per ricordare la starge di via D'Ameliodi nuovo alta la tensione al Palazzo di Giustizia di Palermo dopo l’ennesima lettera di minacce indirizzata al procuratore generale Roberto Scarpinato, che si aggiungono a quelle inviate al pm Nino Di Matteo e ai colleghi del pool antimafia che indagano sulla Trattativa Stato-mafia, e al procuratore aggiunto Teresa Principato, che coordina le indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro.

Come riportato oggi dal quotidiano La Repubblica, la missiva anonima – in cui si “invita” il magistrato a fermare le sue indagini – sarebbe stata lasciata sulla scrivania dell’ufficio di Scarpinato nella notte tra il 2 e il 3 settembre, in modo che ne entrasse in possesso una volta rientrato dalle ferie. Nella lettera si fanno precisi riferimenti ai luoghi da lui frequentati. “Possiamo raggiungerti ovunque”, scrive l’anonimo, che dimostra non soltanto di conoscere in maniera dettagliata le abitudini del procuratore (con tanto di precise descrizioni delle sue abitazioni), ma anche l’uso di un linguaggio forbito e la conoscenza delle attività investigative avviate dall’ex pg di Caltanissetta. E sarà proprio la Procura di Caltanissetta a condurre le indagini riservatissime sul misterioso raid all’interno dell’edificio, disponendo immediatamente numerosi accertamenti, come la visione delle riprese delle telecamere a circuito chiuso del Tribunale, per capire chi e come abbia potuto far recapitare il messaggio.

Come è noto, Scarpinato seguirà personalmente il processo d’appello al generale dei carabinieri Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, entrambi accusati e assolti in primo grado dall’accusa di favoreggiamento alla mafia (in particolare, di aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano) e già imputati davanti alla Corte d’assise di Palermo nel processo Trattativa. Le nuove indagini condotte dal procuratore generale si concentrano non soltanto su Cosa nostra, ma anche su eversione nera e servizi segreti deviati: quelle “menti raffinatissime” di cui parlava Giovanni Falcone e che non si esclude siano alla base dell’inquietante e grave atto venuto alla luce soltanto questa mattina. Ciò che è certo, è che il procuratore generale chiederà il prossimo 26 settembre, insieme al sostituto Luigi Patronaggio, la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, con possibili ed evidenti condizionamenti anche per il “processo del secolo”.

Dopo aver appreso della lettera minatoria fatta trovare nello studio del magistrato, il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando ha telefonato al procuratore generale Roberto Scarpinato per manifestargli solidarietà e vicinanza. “Sembrano tornati in campo comportamenti e personaggi con sempre lo stesso obiettivo: intimidire, creare confusione, frenare la ricerca della verità e la realizzazione della giustizia. Il procuratore Scarpinato – ha detto il sindaco – potrà sempre contare sulla solidarietà e la vicinanza dei palermitani, dei siciliani e delle loro istituzioni democratiche”. Immediato sostegno anche da parte del senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia: “Le minacce nei confronti del procuratore generale di Palermo sono un fatto gravissimo, sia per il luogo in cui è stata recapitata la lettera minatoria, sia per il suo contenuto. Sono vicino a lui e a tutti i magistrati di Palermo in prima linea nella lotta alla mafia”.

“È indispensabile – aggiunge – alzare il livello di guardia e di sicurezza, ma ancora più importante è che le istituzioni diano il loro sostegno a quei servitori dello Stato che ogni giorno rischiano la vita per combattere la criminalità organizzata e per fare verità e giustizia sul periodo stragista. Ecco perché – conclude Lumia – chiederò in Commissione antimafia che il Parlamento dedichi una sessione dei suoi lavori per migliorare la legislazione, dando così ai magistrati più strumenti e mezzi”.

Anche Scorta Civica si unisce alle tante attestazioni di solidarietà nei confronti di Scarpinato: “Dopo l’escalation di minacce dello scorso anno, in particolare nei confronti di Antonino Di Matteo, la tensione attorno al Palazzo di Giustizia di Palermo continua ad aumentare. Di fronte a tutto ciò esprimiamo la massima solidarietà nei confronti del dottor Scarpinato. Il nostro sostegno e quello di tutta la società civile nei confronti dei magistrati che stanno cercando di arrivare alla verità sul biennio stragista ‘92/’93 continuerà con maggiore determinazione. Alla parte sana delle nostre istituzioni, però, chiediamo ulteriormente la massima attenzione verso tutti coloro che, rischiando la propria incolumità, svolgono il loro dovere per liberare il nostro Paese da una mafia sempre più infiltrata nei gangli vitali della nostra società”.

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