Nessuna deroga per Berlusconi
Il Tribunale di Milano ha rifiutato l’autorizzazione a Silvio Berlusconi per recarsi a Dublino, sede del prossimo congresso del PPE.
Il Tribunale di Milano ha negato il permesso a Silvio Berlusconi di recarsi a Dublino per il congresso del Partito Popolare Europeo del 6 e 7 marzo.
L’ex-premier ad agosto è stato condannato in via definitiva per frode fiscale a 4 anni di reclusione (di cui 3 condonati) e per questo, tra le altre misure, gli è stato ritirato il passaporto e gli è fatto divieto di lasciare l’Italia. Il congresso del PPE è stato convocato per eleggere sia il presidente del partito, il riconfermato Joseph Daul, che il candidato alla presidenza della Commissione Europea, ovvero Jean-Claude Juncker. Questo il motivo per cui Berlusconi, numero 2 del PPE, aveva chiesto ai giudici milanesi una deroga; già a dicembre, in realtà, il leader di Forza Italia aveva chiesto il permesso per partecipare ad un vertice a Bruxelles, e anche in quel caso il Tribunale rifiutò la richiesta.
Immediata l’accalorata reazione di una delle berluscones più agguerrite, Daniela Santanchè: «Vergognosa la decisione del Tribunale di Milano. Dovrebbero spiegarci quali motivazioni inducono a negare il permesso al leader del maggiore partito di centrodestra a recarsi a Dublino, il 5 e 6 marzo in occasione del congresso PPE. La mia è molto chiara: che certi magistrati continuano a fare politica, calpestando l’ordinamento». In realtà i giudici milanesi hanno semplicemente applicato la legge, trattando Berlusconi come un cittadino normale con eguali diritti e doveri. Le deroghe al divieto di espatrio, infatti, sono previste per motivi gravissimi, non certo per impegni politici, anche quando si parla di un leader di partito.