Pubblicato: lun, 16 Set , 2013

L’hotel della mafia diventerà campus universitario

La proposta del rettore dell’Ateneo di Palermo appoggiata dal primo cittadino: trasformare l’albergo che fu dei fratelli Graviano in residenza per studenti fuori sede.

 

di Matilde Geraci 

NEWS_161499L’hotel San Paolo di via Messina Marine a Palermo, una volta proprietà dei boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, potrebbe diventare un campus dell’ateneo palermitano, destinato soprattutto agli studenti provenienti da fuori. A darne l’annuncio, lo scorso mese, è stato il sindaco, Leoluca Orlando, a margine dell’accordo siglato con il direttore dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, Giuseppe Caruso, in merito alla consegna al Comune del capoluogo siciliano di trenta unità immobiliari sequestrate alla mafia.
Il lussuoso albergo era stato sequestrato a metà degli anni Novanta e poi definitivamente confiscato ai fratelli Graviano, capimafia del quartiere Brancaccio nonché esponenti della strategia stragista di Cosa nostra. A tutt’oggi, però, non ha ancora trovato una destinazione definitiva a causa dei debiti accumulati nel tempo e che oggi ammontano ad oltre 9 milioni di euro. Da qui, la proposta del rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, che ha già fatto domanda per poterlo trasformare in un campus universitario, dove poter ospitare gli studenti fuori sede, diventando così tra i più grandi del Sud Italia.
«Il San Paolo Palace – ha dichiarato il prefetto Caruso – mi è stato richiesto formalmente dal rettore per trasformarlo in un alloggio per studenti non residenti, ovviamente mantenendo i livelli occupazionali. È un atto meritorio a cui non voglio sottrarmi. La legge, però, stabilisce alcuni passaggi burocratici ineludibili. Tra questi, la restituzione dei debiti pendenti con lo Stato. Al fisco dobbiamo 9 milioni di euro, ma ho fissato un incontro con il direttore dell’Agenzia delle entrate per estinguere questo debito. Si potrebbe ricorrere alla possibilità della cosiddetta formula di “compensazione per confusione”. Diventerebbe, cioè, di proprietà dello Stato, non dovendo in tal modo più pagare questi debiti».
Nel caso in cui tale progetto dovesse andare in porto, bisognerà effettuare degli importanti interventi urbanistici, alcuni dei quali sono stati già valutati e ipotizzati, anche perché rientranti in più ampio piano di riqualificazione e fruizione della città. Si dovrà, per esempio, creare un collegamento con il campus scientifico urbano, mentre il gasometro di via Tiro a Segno diventerà Museo della Scienza. Per non parlare dei lavori che interesseranno il perimetro compreso tra gli edifici universitari di via Archirafi, l’Orto Botanico e il Foro Italico.
La difficoltà più grande resta comunque, allo stato attuale, quella di reperire i fondi necessari per il fisco. Per questo, verrà al più presto predisposto un tavolo tecnico che valuterà il dar farsi. Il problema di questi oneri fiscali è la prima cosa da risolvere, dopodiché la struttura verrà certamente restituita alla città. «Cercheremo di definire la vicenda entro la fine dell’estate», ha assicurato il prefetto Caruso.

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