Pubblicato: sab, 21 Dic , 2013

Legge di Stabilità, botta e risposta tra Squinzi e Letta

Per Confindustria non si è abbassato a sufficienza il cuneo fiscale verso le imprese. Letta :” Non posso sfasciare i conti”

Giorgio Squinzi

Giorgio Squinzi

La Camera dei Deputati ha approvato questo pomeriggio, con 350 sì, 196 no ed un astenuto, il testo blindato della Legge di Stabilità.

Come di consueto non mancano le critiche da parte di chi avrebbe voluto che si facesse di più. La voce di dissenso più forte è arrivata dagli imprenditori espressa per la voce del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Vedo molto ottimismo in giro. Il problema è che abbiamo perso oltre 9 punti di pil dal 2007 ad oggi. Il fatto che per un trimestre la discesa non sia più continuata significa che siamo nel fondo, non lo potrei interpretare con tutta la buona volontà come un segnale di decisa ripartenza o di fine della recessione. Non si può dire ora che la recessione è finita e che c’è la ripresa, vediamo cosa succederà nei prossimi mesi, soprattutto credo che la ripresa ce la dobbiamo conquistare come paese facendo le riforme».

Pomo principale della discordia, manco a dirlo, è sempre la questione del cuneo fiscale. Il taglio previsto dalla legge di Stabilità non soddisfa il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi : «È la parte più debole della legge , avevamo chiesto molto, molto, molto di più. Le risorse destinate alla sua riduzione sono a nostro avviso assolutamente insufficienti ».

A difendere la bontà del testo ci ha pensato da Bruxelles il presidente del Consiglio Enrico Letta : «Nessuno ha la bacchetta magica. Nessuno stampa moneta e penso che gli imprenditori della Confindustria dovrebbero essere i primi a sapere che tenere i conti a posto vuol dire far calare gli spread, come oggi che siamo arrivati a 219, al punto più basso da due anni e mezzo a questa parte».

«Io ho la responsabilità di tenere in equilibrio la barca dell’Italia – conclude Letta – Per farlo devo promuovere la crescita senza sfasciare i conti pubblici ».

Ripartizione delle risorse che non convincono gli industriali che avrebbero voluto degli interventi più mirati. «Qualche elemento positivo c’è ma non è quello che ci aspettavamo e non è sufficiente a far ripartire il paese – ribatte Squinzi – Il nostro giudizio non è positivo. Si è ricalcato un po’ il metodo del passato: le risorse erano poche ma sono state distribuite a tutti, con un metodo che viene da molto lontano».

Un clima di insodisfazione da parte di chi si aspettava una sterzata decisiva per mettere in moto l’ impresa che il Vice Ministro dell’ Economia Fassina intervistato da Gr24 :«Va presa consapevolezza dei limiti entro i quali il governo italiano si muove, non ha potuto dare lo shock che gli imprenditori attendevano. Non c’è stato – sottolinea Fassina – perché non ci poteva essere. Nessun governo nazionale oggi è nelle condizioni di dare shock all’economia».

Lunedì intanto il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva. Permane al momento quindi l’emendamento scandaloso pro slot machine. Il portavoce della segreteria del Pd Guerini ha annunciato che a stretto giro di posta verrà presentato un emendamento a Montecitorio che cancellerà il problema.

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