Pubblicato: lun, 4 Nov , 2013

Legge di Stabilità: 1,1 miliardi di tasse in più

La Legge di Stabilità approvata dal Governo Letta, porterà gli italiani, nel 2014, a pagare 1,1 miliardi di euro di tasse in più

 

 

Pressione FiscalePer il 2014 si prospetta un pesante aumento delle imposte, almeno stando a quanto affermato dalla Cgia di Mestre. A questa considerazione è pervenuto il suo Ufficio studi, che ha calcolato l’impatto economico riconducibile agli effetti di tutte le nuove voci fiscali introdotte dalla Legge di Stabilità. Secondo l’organizzazione degli artigiani di Mestre, il nuovo bilancio, strettamente tributario, è dato dalla differenza tra le nuove entrate fiscali e le minori imposte e contributi che interesseranno l’anno prossimo i contribuenti.

Le entrate tributarie ammontano a poco più di 6 miliardi di euro, a cui si aggiungono 65 milioni di entrate extra tributarie e altri 135 milioni di riduzione dei crediti di imposta, ragion per cui nel 2014 i contribuenti saranno chiamati a versare allo Stato complessivamente 6,227 miliardi di euro di nuove imposte. Di converso, beneficeranno di una riduzione delle tasse e dei contributi da versare all’Erario per un importo pari a 5,119 miliardi di euro. Pertanto, il saldo è pari a 1,108 miliardi di euro.

Guardando nel dettaglio le singoli voci, tra le maggiori entrate spiccano i 2,6 miliardi di euro relativi alle svalutazioni dovute alle perdite dei crediti. In particolare, si tratta di maggiori entrate legate “al mutamento delle regole che disciplinano il trattamento fiscale delle perdite e delle svalutazioni dei crediti delle banche e delle imprese che operano nel settore finanziario e assicurativo”. Le novità normative permetteranno in futuro di ottenere dei risparmi di imposta, consentendo a questo tipo di imprese di dedurre le perdite in cinque anni. Altre due fette importanti di incasso sono costituiti dall’incremento del bollo sul dossier titoli, capace di generare 940 milioni di euro, e dalla rivalutazione dei beni delle imprese stimata in 804 milioni di euro. Quindi, come ricordato dalla Cgia, gli imprenditori avranno la facoltà di adeguare il valore dei cespiti a quello di mercato, pagando una imposta sostitutiva.

“A nostro avviso il risultato è sottostimato. Corriamo il pericolo che il saldo sia più pesante. Secondo i tecnici del Governo, la Trise, vale a dire il nuovo tributo sui servizi, dovrebbe farci risparmiare un miliardo di euro rispetto a quanto pagavamo di Tares e di Imu. Un vantaggio economico che, purtroppo, rischia di essere eroso dall’azione dei Sindaci”. Questo è quanto dichiarato da Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, che poi ha aggiunto: “I Comuni, infatti, avranno un’ampia discrezionalità nell’applicazione della Trise ed è molto probabile che ne inaspriranno il prelievo per lenire le difficoltà economiche in cui versano, con evidenti ripercussioni negative per i bilanci delle famiglie e delle imprese”.

Tra le minori entrate saranno particolarmente consistenti: il taglio del cuneo fiscale per un importo di 1,5 miliardi di euro, l’alleggerimento di un miliardo di euro dei premi Inail e un miliardo di euro in meno che i cittadini pagheranno sulla casa con l’introduzione della Trise.

“Se eviteremo la riduzione delle grazie al taglio della spesa nel 2015 gli italiani potranno contare su un saldo negativo pari a 2,7 e nel 2016 pari a 5,6 miliardi di euro. Se ciò non si verificherà, fra due anni ci ritroveremo con un bilancio leggermente negativo pari a 308 milioni di euro, mentre nel 2016 la situazione ritornerà a essere molto pesante, visto che il saldo sarà positivo e pari a 1,3 miliardi di euro”. Così ha concluso il segretario Bortolussi.

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