Pubblicato: mer, 9 Apr , 2014

Legge 40.Fecondazione con donazione non è più reato, l’Italia torna in Europa.

Le coppie italiane sterili non più esuli in Patria. Ora le istituzioni facciano un salto di qualità e riorganizzino un percorso sicuro. Le norme ci sono già.

 

La CorteCostituzionale ha accolto l’incostituzionalità del divieto di fecondazione con donazione, attese entro trenta giorni le motivazioni. E’ una giornata storica per molti cittadini. Per dieci lunghi anni alcune associazioni come l’associazione Hera, Madre Provetta, Amica Cicogna, SoS fertilità onlus, l’Altra Cicogna e l’associazione Luca Coscioni si sono impegnate con una rete di legali da Milano,Firenze, Roma e Catania per eliminare dalla legge “cattiva” i limiti discriminatori, dannosi per la salute e per la società. Il primo passo decisivo fu la sentenza 151 del 2009, quando la Consulta restituì al medico e al paziente lo spazio per decidere come eseguire la tecnica: quanti e quali embrioni trasferire, quanti congelarne, nel nome della salute e non dello statuto ideologico dell’embrione. Ieri, alla Consulta, la difesa appassionata degli avvocati contrari al divieto contenuto nell’art 4 (la donazione dei gameti), ha evidenziato molti aspetti delle violazioni generate proprio da quella norma. L’avvocato Maria Paola Costantini, da anni impegnata nella tutela dei diritti dei malati con Cittadinanzattiva, aveva infatti richiamato i giudici ad un atto di responsabilità civile per una etica pubblica. Perchè uno Stato che si è posto il problema di controllare i centri di procreazione assistita con la legge 40, non può chiudere la porta alle coppie sterili, le più fragili. E se la commercializzazione dei gameti esiste, l’Italia ne è stata complice fino ad oggi e l’ha alimentata con i suoi divieti assoluti, ciechi. Alcuni medici esperti della fecondazione assistita, come il dottor Nino Guglielmino di Catania, da tempo propongono la gratuità della donazione. Così accadeva in Italia anche prima della legge 40, così faceva i centri Cecos, che per primi organizzarono le banche del seme fin dagli anni ’80.  Oggi, le tecniche si sono evolute anche per l’ovodonazione e la pratica del congelamento degli ovociti aiuterebbe nello scambio solidale. L’ Italia, infatti, è il Paese che in Europa ha sviluppato di più questa metodica che oggi potrebbe tornare utile. Il dibattito su come, cosa e chi dovrà organizzare le banche del seme e degli ovociti dovrà riattivarsi, ma su di un piano medico, scientifico, dove prevalga l’etica della responsabilità pubblica verso le coppie steril ed i cittadini. Per troppi anni si è vissuti con i fantasmi del segreto della fecondazione con donazione. Ora le coppie saranno più serene, eviteranno di sentirsi “clandestine” in casa loro ed anche il rapporto con i tanti bambini nati fino ad oggi, sarà più sincero e libero da uno stigma sociale, generato dal divieto stesso. Il vuoto normativo non ci sarà, hanno ribadito all’unisono gli avvocati Marilisa D’amico, Massimo Clara, Gianni Baldini  e Filomena Gallo, come invece ieri sottolineava l’avvocato di Stato  Palmieri che richiamava al compito specifico del Parlamento per un intervento normativo di sistema, a cui la Corte Costituzionale non avrebbe dovuto supplire.

Troppo spesso le aule dei tribunali hanno dovuto colmare l’inerzia parlamentare in questi lunghi dieci anni, riscrivendo e confermando su ogni punto saliente quanto le associazioni di tutela delle coppie avessero ribadito, inascoltate nelle audizioni, durante il lungo iter parlamentare della legge 40. In conclusione,  visto da vicino il bicchiere a noi, che questa storia l’abbiamo vissuta e scritta da dentro, appare pieno di società civile attiva. Una giornata per scrivere una bella pagina di impegno civile, in cui la cosidetta base della società ha dovuto ricostruire i tasselli del diritto costituzionale e quella responsabilità civica che un Parlamento troppo autoreferenziale aveva lasciato sbiadire.

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