Pubblicato: mer, 2 Apr , 2014

La Svezia ammette politiche discriminatorie verso i Rom

Presentato a Stoccolma il Libro Bianco nel quale si ammettono gli abusi commessi nei confronti dei Rom nel corso del XX secolo

 

Erik Ullenhag, ministro dell'Integrazione svedese, alla presentazione del Libro Bianco

Erik Ullenhag, ministro dell’Integrazione svedese, alla presentazione del Libro Bianco

La notizia giunge direttamente dal sito del governo svedese e sgretola l’incondizionata adorazione di molti verso i Paesi scandinavi: dai primi anni del ‘900 in Svezia sono state attuate pratiche oppressive nei confronti degli Rom. Ad ammetterlo è stato lo stesso governo svedese, e conservatore, attraverso la pubblicazione del Libro Bianco in cui si spiega come nel corso dell’ultimo secolo la Svezia abbia sterilizzato, sottratto bambini, perseguitato e proibito l’accesso al Paese agli zingari, trattati per decenni come “disabili sociali”. La relazione presentata la scorsa settimana a Stoccolma afferma anche che «La situazione che vivono attualmente i Rom è da ricondurre alla discriminazione alla quale sono stati storicamente sottoposti». Nel Libro Bianco è presente una dettagliata cronistoria del controllo e delle pratiche a cui gli zingari furono costretti nel corso del ‘900 da parte di Stoccolma. Il tutto ebbe inizio con i censimenti effettuati da istituti ufficiali come l’Istituto per la Biologia Razziale o la Commisione per la Salute e il Benessere, che identificarono gli zingari residenti in Svezia, definiti nei primi documenti come “gruppi indesiderati socialmente” e “un peso”. Tra il 1934 e il 1974, lo Stato svedese ordinò alle zingare la sterilizzazione celandosi dietro un più generico “interesse delle politiche demografiche”. «Un periodo oscuro e vergognoso della storia svedese» è questo il commento sulla relazione di Erik Ullenhag, a capo del Ministero dell’Integrazione che nonostante l’assenza di cifre certe sulle vittime e dei bambini sottratti alle famiglie, ammette che si trattava di un «pratica sistematica» e che una famiglia su quattro conosce qualcuno costretto ad abortire o alla sterilizzazione.

Il governo di Stoccolma, che definisce il Libro Bianco «un punto di partenza importante nel rafforzare il lavoro sui diritti umani dei Rom», al momento non prevede un risarcimento per i familiari delle vittime degli abusi, anche se la presentazione della relazione , apre le porte a questa possibilità. Il governo svedese ha voluto ammettere le proprie colpe per stabilire la verità storica, assumendosi responsabilità e rendendosi protagonista di un gesto insolito almeno in Europa. «Non sono rivelazioni nuove, gli zingari per molti anni ci hanno raccontato queste storie, però nessuno gli dava importanza. Adesso, abbiamo semplicemente riempito documenti ufficiali e li abbiamo confrontati con i testimoni» dice Sophia Metelius consulente del Ministero.

La mossa del governo svedese, si inserisce in un contesto europeo più complesso. L’odio verso i Rom è sempre più diffuso in molti Paesi tra cui Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania che stanno cercando di trovare una soluzione al problema dell’integrazione dei Rom, una questione talmente intricata che presto l’Unione Europea terrà una vertice per discutere delle politiche da attuare in materia, cercando di frenare anche i picchi di odio razziale che si registrano in Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.  In Svezia su una popolazione di nove milioni e mezzo di abitanti, cinquanta mila sono Rom. La sensazione è che la pubblicazione del Libro Bianco da parte del governo di centro-destra serva anche a raffreddare l’ascesa dell’estrema destra che secondo alcuni sondaggi viene data in crescita del 10%. Il messaggio che ha voluto dare il governo svedese è quindi quello di combattere la xenofobia, difendendo fermamente la tradizione progressista svedese. Posto che l’estremismo non è mai auspicabile, resta il dubbio su cosa ci sia di progressista nelle barbare azioni che il governo svedese ha perpetrato a danno dei Rom nel corso dell’ultimo secolo.

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