Pubblicato: mer, 3 Mag , 2017

La rivolta della Badia.

Inconsapevoli di quali siano oggi le vere minacce alle comunità, gli abitanti si ribellano alla permanenza di 10 migranti.

 

Qualche mese fa, venendo a sapere di esser stati chiamati a sostenere solo un infinitesimo carico, 10 richiedenti asilo, del dolore che aggrava il mondo intero e che tutti, nessuno escluso, dovrebbe responsabilizzare, gli abitanti di Badia Agnano, una frazione del Comune di Bucine, si sollevano con veemenza e anche violenza. Hanno chiamato in soccorso la Lega e perfino i neofascisti di CasaPound, hanno tappezzato l’intero paese con lenzuola cariche di scritte stonatamente enfatiche, “avete venduto la Badia”, “hai rovinato il tuo paese”, per soli 10 poveri cristi, perché sono loro che dei mali del mondo sopportano la croce più pesante e, non si sa chi sia stato, ma si sono verificati anche atti intimidatori nei confronti dei beni dei proprietari e di vandalismo contro l’abitazione dove dovranno essere accolti i migranti.

Che gli abitanti di un piccolo borgo nascosto nella dolce campagna toscana siano inconsapevoli dei mali e di coloro che minacciano veramente le comunità è cosa che può non sorprendere, ma quello che non è giustificabile è la pochezza di coloro che si candidano a governare e quindi anche a far maturare la coscienza degli amministrati. Lasciamo perdere i leghisti, ma che certi pentastellati e chi a lungo ha ricoperto ruoli istituzionali si dedichino ad assecondare i rumori del ventre del Paese e soffino sui fuochi delle irrazionali paure per occupare le prime pagine dei telegiornali nazionali ed intercettare voti di coloro che vorrebbero i migranti cadaveri nascosti in fondo al mare è abbastanza poco responsabile.

Riportiamo, a tal proposito, una nota di Emergency, l’associazione di professionisti volontari fondata da Gino Strada, che a rischio spesso della propria vita operano e curano nei territori martoriati dalle tragedie di guerre infami, di cui tutti dovremmo cominciare a provare il dolore, non certo materiale ma di partecipazione morale.

Le polemiche di questi giorni sui soccorsi in mare sono ignobili. La nostra posizione non riguarda le indagini che tentano di fare chiarezza, ma la strumentalizzazione che ne viene fatta dal mondo della politica che per primo dovrebbe sentire la responsabilità di affrontare la questione delle migrazioni in modo sistematico, aprendo possibilità sicure di accesso all’Europa, invece che costringere migliaia di persone a mettere a rischio la propria vita per attraversare il Mediterraneo.

Sono ignobili perché colpevolizzano alcuni tra i soggetti che stanno cercando di dare il loro aiuto nella più grande tragedia che l’Europa si è trovata ad affrontare dal dopoguerra e che – peraltro – lo fanno in strettissima collaborazione con lo Stato italiano, la Marina e il ministero dell’Interno.

Sono ignobili perché ignorano l’urgenza e il dovere morale di salvare delle vite in pericolo prima di aprire qualsiasi dibattito sui modi e sugli strumenti di accoglienza: lo scorso anno 5.098 persone sono morte in mare. Dall’inizio di quest’anno sono 1.092.

E soprattutto sono ignobili perché non si pongono la domanda essenziale: perché queste persone fuggono dai loro Paesi e sono disposte a mettere a rischio la loro stessa vita per arrivare in Europa.

Se guardiamo i Paesi di provenienza di chi cerca rifugio in Europa non possiamo nasconderci dietro nessuna ideologia. Siria, Afghanistan, Nigeria, Iraq, Eritrea sono i primi 5: tutti Paesi dove la popolazione è oppressa dalla guerra, dalla povertà o dal rischio di essere perseguitata.

Come organizzazione impegnata in alcuni di questi Paesi, Emergency è convinta che fino a che non ci si assumerà la responsabilità di quello che spinge i migranti a fuggire non si potrà mai affrontare in modo efficace la gestione del flusso di migranti e rifugiati che vedono nell’Europa l’unica possibilità di salvezza e che invece continuiamo a ignorare.

Fulvio Turtulici

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