Pubblicato: mer, 5 Feb , 2014

La Corte dei Conti si scaglia contro le agenzie di rating

Richiesta multimiliardaria di risarcimento per le tre grandi agenzie di rating che ha più riprese hanno declassato l’Italia. Avrebbero dovuto considerarne il patrimonio artistico

 

standard_poorL’Italia contro le agenzie di rating. È questo il contenuto delle anticipazioni, pubblicate oggi dal prestigioso Financial Times, sulla relazione che la Corte dei Conti renderà pubblica il 19 febbraio.

I magistrati contabili avrebbero denunciato le tre grandi agenzie di rating, Standar&Poor’s, Fitch e Moody’s, per non aver tenuto in considerazione il patrimonio artistico e culturale italiano allorquando hanno valutato l’economia del nostro Paese degradandone il rating a più riprese tra il 2011 e 2013. Il valore del risarcimento chiesto dalla Corte dei Conti alle agenzie sarebbe straordinario: 234 miliardi di euro.

Da parte italiana non arrivano, ovviamente, conferme ma neanche smentite anzi filtra un laconico commento in cui si rinvia il tutto al 19 febbraio. Piccate le risposte delle agenzie. S&P, secondo una fonte del Financial Times, avrebbe bollato, in privato, la questione come “frivola e senza merito”, mentre in pubblico, al pari di Moody’s, ha dichiarato che la giurisdizione della Corte dei Conti si limita ai dipendenti pubblici e non a soggetti esteri. Più cauta Fitch che, tramite il suo portavoce, si è resa disponibile a collaborare con le autorità, ricordando però di «aver sempre agito in modo appropriato e nel rispetto della legge».

Non è la prima volta che le agenzie di rating vengono contestate. A partire dal fallimento di Lehmann Brother’s del 2008 valutato come AAA, quindi con il massimo punteggio, fino al giorno prima sono state molte, in questi anni, le polemiche e i sospetti (in realtà una certezza, non un sospetto) di conflitto d’interessi.

Non è neanche la prima volta che l’azione delle agenzie finisce sotto la lente degli investigatori, in Italia come all’estero. Il governo americano ha chiesto a S&P 5 miliardi di dollari di risarcimento per aver gonfiato le quotazioni delle obbligazioni mentre nel 2013 la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone tra dirigenti e funzionari di S&P e di Fitch per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata.

Va ricordato qual è il ruolo delle agenzie. I loro giudizi non rappresentano semplicemente dei “consigli per gli acquisti” per gli investitori che poi sono liberi di seguirli o meno ma i loro rating sono spesso vincolanti per alcuni grossi fondi d’investimento. Molti di questi, infatti, capaci di muovere in poco tempo decine e decine di miliardi, per statuto non possono investire azioni con un rating minore di una certa soglia, facile capire quindi come un declassamento possa causare l’automatica messa sul mercato di miliardi di titoli detenuti dai grandi fondi d’investimento. Cosa ancora più grave se si pensa che la proprietà delle sopraricordate agenzie è in mano proprio a banche, finanziarie e fondi con un evidente conflitto d’interessi.

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