Pubblicato: mer, 2 Ott , 2013

Intitolare la Biblioteca regionale a Sciascia

La proposta del deputato all’Ars, Cimino: “Cambiamo nome alla Biblioteca centrale della Sicilia e dedichiamola allo scrittore di Racalmuto”.

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Michele Cimino, deputato regionale

«Modificare la denominazione della Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”, con “Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Leonardo Sciascia”». È, questa, la proposta contenuta in una mozione a firma del deputato regionale e leader di Voce Siciliana, onorevole Michele Cimino, inoltrata al Governo Regionale e al Presidente Crocetta.
«La Biblioteca, ubicata nel complesso monumentale – afferma l’on.Cimino – sorto nel 1782, costituito dal Collegio Massimo dei Gesuiti e dall’attigua chiesa barocca di Santa Maria della Grotta, a Palermo, intitolata alla memoria del dott. Alberto Bombace, già Direttore Regionale dei Beni Culturali e Ambientali e dell’Educazione Permanente, che ha dato un grande impulso alla valorizzazione e alla gestione dell’enorme patrimonio dei Beni Culturali, non supporta del tutto la decisione, adottata nel 2004, di dedicare alla sua memoria la più importante Biblioteca della Regione».
«E oggi – ribadisce il deputato all’Ars – da vari settori della cultura isolana, si leva forte l’istanza alle istituzioni regionali di meglio valorizzare la memoria dimenticata di Leonardo Sciascia, uno tra i più importanti autori letterari siciliani del panorama nazionale, motivati dalla consapevolezza che, nelle opere dello scrittore racalmutese, l’impegno narrativo e civile giungono a scambiarsi le parti. La Sicilia è per Sciascia una metafora del mondo visto come trappola nella quale la ragione ha difficoltà nell’esercitare le sue funzioni di verità e giustizia. Intitolare la Biblioteca Regionale a Leonardo Sciascia – conclude Cimino – alla sua onestà intellettuale e alla sua tempra, scevra da ogni conformismo, rappresenterebbe per le giovani generazioni un esempio da seguire, un modello a cui ispirarsi».
In molti hanno già manifestato la propria adesione alla proposta del deputato Cimino. Tra questi, lo scrittore palermitano Augusto Cavadi. «I dirigenti regionali – afferma – godono, già in vita, di privilegi innumerevoli. Non è neppure questione di onestà individuale: è proprio un sistema che esalta a livelli inimmaginabili in altri ordinamenti democratici il potere e le remunerazioni degli alti burocrati nell’isola “autonoma” da ogni principio etico. Dobbiamo anche in morte perseverare in questa sudditanza, prolungare questa sperequazione? O non possiamo ripagare i nostri intellettuali – se impegnati civilmente, se estranei essi stessi alle logiche clientelari – della testimonianza di dignità schiva e feconda che ci hanno regalato, contribuendo a bilanciare in senso positivo l’immagine della Sicilia nel mondo? Sì, dunque, alla proposta di intitolare la Biblioteca regionale a Leonardo Sciascia, a patto che sia un primo passo verso la liberazione della stessa Biblioteca dal parassitismo e dall’inefficienza che, al di là della buona volontà di singoli operatori, la mortificano».
Va detto, in verità, che il nome di Leonardo Sciascia, quale personaggio meritevole più di ogni altro di vedersi dedicata la Biblioteca regionale, era già stato fatto parecchi anni fa, ma poi, inspiegabilmente, la scelta era caduta su Alberto Bombace, un burocrate – seppure di grande spessore – che certo poco aveva a che fare con il mondo letterario. C’è persino chi ricorda che lo stesso Bombace espresse il desiderio di intitolare allo scrittore almeno una stanza del dipartimento Beni culturali, con tutte le opere in consultazione. La sala che portava il suo nome fu in effetti realizzata (con enorme dispendio economico, considerando anche i tempi), ma, ahimè, ebbe vita breve.
Qualcuno pensò bene che quegli spazi erano più adatti ad altro e così i libri furono sistemati (o dimenticati?) altrove, mentre sul lustro che si era tentato di dare a Sciascia dedicandogli una sala di consultazione, era di nuovo calato inesorabilmente il buio dell’indifferenza. Sembra quasi di trovarci di fronte all’ennesimo paradosso alla siciliana.
Se Sciascia fosse ancora tra noi avrebbe certamente da ridire (e forse anche da ridere) sulla scelta di intitolare a lui la Biblioteca centrale e, magari, consiglierebbe anche di soprassedere e concentrarsi su ben altri problemi che affliggono da tempo l’ente, come la riduzione del 91% dei fondi regionali stanziati per la gestione delle biblioteche pubbliche. Per non parlare dell’esigenza di trovare locali più adeguati per la conservazione dei beni ivi custoditi e di selezionare e formare personale specializzato nella gestione delle biblioteche.
Però, chissà, la scelta di titolare la Biblioteca centrale ad un intellettuale di fama mondiale quale è Sciascia, potrebbe,almeno dal punto di vista simbolico, essere un buon punto di partenza per il Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana perché dimostri alla comunità che la Biblioteca non è un bene abbandonato a se stesso, ma un luogo più che mai vivo.

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