Pubblicato: mar, 13 Dic , 2022

Il neoeletto Vice Presidente Vicario della Commissione Antimafia Regionale Sicilia si autosospende

eletto all’Ars ma è imputato in un processo per estorsione. 

Eletto il 7 dicembre con le congratulazioni del Presidente della Regione Sicilia, che conferma la massima collaborazione da parte del governo regionale, si autosospende l’11 dicembre. E’ la vicenda di Riccardo Gennuso, un giovane esponente di Forza Italia, il gruppo che fa riferimento a Renato Schifani. L’onorevole è stato eletto da qualche giorno niente meno che come Vice Presidente Vicario della Commissione Regionale Antimafia in Sicilia, ma è imputato con il padre Giuseppe – detto Pippo – (ex deputato) in un processo per estorsione, scaturito da un’inchiesta della procura di Palermo nella gestione di una sala bingo.

Entrambi imprenditori di Rosolini (Siracusa) nel settore agricolo e del turismo, sarebbero anche titolari di alcuni bingo e bar.
Dalle intercettazioni dell’inchiesta Belial (2018), Francesco Giamblanco, genero del boss di Avola – Michele Crapula, parla di lui come “il Santo nostro: Pippo Gennuso. La famiglia Crapula-Zù Pippo…”. Nelle indagini sembra emergere l’accordo di scambio per il supporto elettorale. Gennuso è stato anche al centro dell’inchiesta sulle elezioni ripetute a Siracusa, che gli avevano permesso di tornare all’Ars. Inchiesta che lo vede assolto. Un secondo filone di inchiesta di Palermo prende le mosse proprio dalle elezioni contestate, risulta strettamente legato a quelli delle procure di Roma e Messina; nel 2018 ha portato a 15 arresti e ha fatto emergere il cosiddetto “sistema Siracusa”: due associazioni a delinquere dedite alla frode fiscale, reati contro la pubblica amministrazione e corruzione in atti giudiziari. Nessuna condanna per il Gennuso. E’ stato arrestato nel 2018 dalla Dda di Catania per voto di scambio politico-mafioso, poi l’aggravante mafiosa è caduta al Riesame. Nel 2019 ha patteggiato due anni e due mesi per traffico d’influenze in un filone del “sistema Siracusa”, è stato assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari. Ha incassato una decina tra assoluzioni e archiviazioni e si dichiara pronto a scendere in campo e proseguire la sua carriera politica. Confida nelle riforme annunciate dal ministro Nordio, abolizione delle intercettazioni, eliminazione della Legge Severino e quindi candidabilità anche con condanne in corso, separazione delle carriere tra magistrati e pm.

Ma le vicende del Gennuso non terminano qui. Nel 2017 Pippo Gennuso è stato indagato per truffa aggravata, adulterazione delle acque e frode nell’esercizio del commercio. Stando a quanto emerso dall’operazione “Acque salate”, lui e Walter Pennavaria hanno distribuito agli abitanti delle contrade delle zone limitrofe a Pachino acqua non idonea al consumo umano proveniente da un pozzo trivellato. C’è infine la storia del “Bingo Magic Star” di Palermo, acquistato da Gennuso insieme ai familiari nel luglio 2015. Ufficialmente il deputato non sapeva che all’interno della sala giochi il bar fosse gestito da personaggi riconducibili ad una cosca mafiosa palermitana. A dicembre dello stesso anno, Pippo e il figlio Riccardo denunciano alle forze dell’ordine problemi nella gestione del bingo. Nel luglio del 2016 i militari del Ros arrestano Cosimo Vernengo, il fratello Giorgio e Paola Durante, ex gestori della sala da gioco, accusati di avere chiesto ai titolari la cosiddetta ‘messa a posto’, cioè il pagamento del pizzo. I legali degli imputati però hanno sempre sostenuto la tesi opposta, i soldi sarebbero stati una legittima richiesta frutto di un accordo, come emergerebbe dal tono confidenziale di alcune conversazioni intercettate. I Gennuso hanno quindi denunciato i fratelli Cosimo e Giorgio Vernengo, figli del boss Pietro, capo del mandamento palermitano di Santa Maria di Gesù (mandamento storico di cosa nostra).

Pippo Gennuso è decaduto da parlamentare nel novembre 2019. A febbraio 2022 il tribunale lo ha condannato in primo grado a cinque anni e mezzo di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al risarcimento delle parti civili. Rispondeva in qualità di amministratore di fatto del Consorzio Granelli e della Granelli Gestione Acquedotto srl, e Pennavaria in qualità di amministratore legale del Consorzio Granelli; ad entrambi sono stati contestati i reati di truffa aggravata, adulterazione di sostanze alimentari e frode nell’esercizio del commercio in quanto, dagli accertamenti eseguiti, era stato accertato che le società gestite dagli indagati distribuivano agli abitanti delle contrade Granelli-Chiappa e zone limitrofe, a Pachino (Siracusa), acqua non idonea al consumo umano proveniente da un pozzo di contrada Chiappa. Tra le parti civili, anche alcuni utenti privati, il Comune di Pachino e le associazioni dei consumatori Codici e Codacons.

Le colpe dei genitori non ricadano sui figli. Orbene, Riccardo Gennuso è sicuramente innocente fino a prova contraria e si confida sempre che la giustizia possa fare il suo corso nel modo più corretto ed imparziale. Tuttavia non sembra credibile né opportuno che il braccio destro del Presidente di un’istituzione di così elevato spessore, come dovrebbe essere la Commissione Antimafia, sia imputato in un processo per estorsione. Solo dopo che sono stati sollevati dubbi circa l’opportunità della sua candidatura, sono piovute le richieste di dimissioni. Ma come è stato possibile avanzare e quindi poi eleggere una figura di questo tipo? Elezioni discutibili, che peraltro sono in linea con quanto sta avvenendo in Sicilia.

L’onorevole Riccardo Gennuso ha optato per l’autosospensione temporanea; non rinunciando al prestigioso incarico ottenuto, nè allo status di parlamentare.

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