Il cammino di Renzi e le paure di Berlusconi
Il premier da Napolitano per aggiornarlo sull’avanzamento delle riforme. Intanto un fuori onda tra Toti e la Gelmini evidenzia i problemi interni a Forza Italia
Una visita programmata da tempo. Un’ora per raccontare degli incontri tenuti a Londra, del Documento di programmazione Economica e Finanziaria che dovrebbe presentare martedì e dell’avanzamento delle riforme istituzionali. Matteo Renzi si reca da Giorgio Napolitano, per chiudere idealmente il cerchio degli incontri che il premier italiano ha tenuto nelle ultime settimane con i vertici della politica europea. Il Def, la riforma del Lavoro, incontri internazionali, l’Italicum, la riforma del Senato. Un menù ricchissimo che evidenzia il movimento costante che ha avuto Renzi da quando è arrivato a Palazzo Chigi. Un’azione politica personale volta a presentarsi innanzitutto alla tornata elettorale del 25 maggio, potendo dire agli elettori, ecco io qualcosa l’ho fatta. Un movimento, una corsa a trecentosessanta gradi che mette in difficoltà non solo la fronda interna al Partito Democratico ma anche Forza Italia.
I tempi della “profonda sintonia” dello scorso gennaio sembrano lontani un lustro. Magari in alcune idee continuano ad essere simili, come le riforme istituzionali. Il problema è che le elezioni si avvicinano e Forza Italia è schiacciata tra l’incudine ed il martello. Da una parte Renzi, il nuovo che avanza che sta cercando di costruirsi l’immagine di “uomo del fare”, figura del teatro politico che era sempre stata di Berlusconi. Dall’altra c’è Grillo, che con il MoVimento 5 Stelle libero da alleanze di partito, può permettersi il ruolo dell’opposizione urlata ed antisistema che intercetta meglio di altri il malcontento. In mezzo, il partito di Berlusconi è troppo debole per ritagliarsi una parte importante nello scacchiere odierno. L’ex cavaliere se ne è reso conto ma non sa come uscirne. Ad affermarlo è il consigliere politico degli azzurri Giovanni Toti confidandosi con Maria Stella Gelmini in un fuori onda registrato da microfoni è telecamere. Braccato da un accordo politico che comunque ha lasciato FI fuori dalla maggioranza e dalla scadenza del 10 aprile che potrebbe metterlo fuori dalla campagna elettorale per le europee, Berlusconi si ritrova col cerino in mano. Vorrebbe smarcarsi da Renzi ma le colpe sulle mancate riforme costituzionali, da lui condivise e sottoscritte, ricadrebbero interamente sulle sue spalle. Altrettanto vero che un’eventuale riuscita delle riforme istituzionale vedrebbe il premier vincitore assoluto con Forza Italia relegata al semplice ruolo di sparring partner. La verità è che manca il rinnovamento. Soggetti ed idee nuove che possano essere antagoniste al renzismo. Il passaggio da Pdl a Forza Italia ha cambiato il nome ma la sostanza di personaggi ed interpreti è sempre uguale e diffcilmente basterà ad evitare una sconfitta elettorale.