Pubblicato: mar, 15 Apr , 2014

Hillsborough, la strage che cambiò l’Inghilterra

25 anni fa la strage di Hillsborough, vi morirono 96 persone e cambiò per sempre il calcio e la società inglese.

 

HILLSBOROUGHÈ il pomeriggio del 15 aprile 1989 e Liverpool e Nottingham Forrest si apprestano a giocare sul campo neutro di Sheffield, nel South Yorkshire, la semifinale di FA Cup. Lo stadio di Sheffield aveva al tempo un’ottima capienza ma, primo dei fatali errori dell’organizzazione, ai tifosi del Liverpool, molto numerosi, fu riservato uno dei settori più piccoli, la curva “Lapping Lane” da 14 mila posti. Mentre a quelli del Nottingham, presenti in poche migliaia, fu assegnata la curva “Spion Kop End” da 21 mila spettatori. Ad aggravare la situazione il fatto che il settore del Liverpool disponeva di soli 6 ingressi, contro i 60 della curva opposta. A pochi minuti dall’inizio della partita, la Lapping Lane era ancora quasi vuota a causa del lentissimo afflusso dei tifosi e così la polizia, nel tentativo di allentare la pressione dei tifosi che cercavano di entrare, fece il più grave degli errori. Fu, infatti, aperto un grande cancello che portava alla curva. Il problema è che quell’ingresso conduceva solo alla parte centrale del settore, da soli 2mila posti. In pratica i tifosi del Liverpool si ritrovarono in un imbuto assolutamente inadatto a contenerli tutti.

La partita, nel frattempo, dato che dall’esterno nulla si percepiva, era iniziata regolarmente finché, al 6° minuto, dei tifosi non iniziarono a scavalcare le barriere per entrare in campo. In un primo momento, erano gli anni in cui imperversavano gli hooligans, si pensò alla classica invasione di campo e quindi le forze dell’ordine reagirono con una carica per respingere i tifosi ma dopo pochi attimi fu chiaro che la verità era un’altra. Quei supporter invadevano il campo per trovare la salvezza da una certa morte per schiacciamento. La polizia aprì subito le barriere ma era troppo tardi: all’interno della curva c’erano 96 morti e 220 feriti.

Dopo la strage fu istituita una commissione d’inchiesta, affidata a lord Taylor, che pur riscontrando mancanze nella polizia e negli organizzatori, colpevolizzava i tifosi; tale esito fu sostanzialmente avallato anche dal seguente processo. I parenti delle vittime, indignati dal rapporto Taylor, istituirono una commissione indipendente, presieduta dal vescovo di Liverpool, denominata Hillsborough Independent Panel. Il rapporto del Panel non solo rivelò i gravissimi errori in fase di organizzazione ma scoprì che alle 15.15 (orario in cui sarebbero morte le ultime persone, secondo il rapporto ufficiale) circa la metà delle 96 vittime era ancora viva e sarebbe rimasta tale se fosse stata soccorsa per tempo; la polizia, inoltre, avrebbe manipolato i mass media contro i tifosi e “aggiustato” ben 162 testimonianze per assolversi. Dopo più di vent’anni, nel settembre 2012, il premier conservatore David Cameron ha ammesso i misfatti della polizia del South Yorkshire e ha chiesto scusa, a nome del Governo, alle vittime, ingiustamente accusate per due decenni. L’Alta Corte di Giustizia ha inoltre, ovviamente e logicamente, annullato il precedente processo e ha disposto nuove indagini.

Quella tragedia, insieme a quella dell’Heysel, al rogo di Bristol e a decine di “eventi minori”, contribuì a cambiare profondamente il calcio inglese avviando una seria e profonda riflessione e processo di riforma, che fanno oggi, del football britannico, un modello da seguire, specie in termini di rapporto con la tifoseria. Da quel giorno, ogni 15 aprile si tiene ad Anfield Road, lo stadio del Liverpool, una toccante cerimonia, organizzata dal club e da Justice for 96 (l’associazione dei parenti delle vittime), in cui si commemorano i 96 morti, si chiede la vertià e finisce con tutto lo stadio ll’unisono che canta l’inno, ma è più di un inno, You’ll never walk alone.

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