Pubblicato: dom, 21 Mag , 2023

Faida di mafia in Canada, uccisa la nuora del boss ndranghetista

Si riaccende il conflitto calabro-siculo oltreoceano

Uccisa a Montreal, in Canada, mentre si trovava nella propria auto in Côte-des-Neiges. 16 Maggio, un agguato in pieno giorno per ammazzare l’imprenditrice Claudia Iacono, mentre usciva dal suo salone di bellezza Deauville. La donna era la moglie di Anthony Gallo e nuora del boss della ’ndrangheta calabro-canadese Moreno Gallo, ucciso a novembre 2013 ad Acapulco in un ristorante. Moreno Gallo, originario di Rovito (Cosenza) ritenuto una figura apicale della ‘ndrangheta a Montreal, si era rifugiato in Messico per sfuggire alla vendetta della famiglia Rizzuto. Quest’ultima, originaria di Cattolica Eraclea (Agrigento) negli anni ’70 conquistò il potere nell’intero Canada soppiantando le famiglie di ‘ndrangheta guidate dai reggini Vincenzo Cotroni, di Mammola, e Paolo Violi, di Sinopoli, assassinato in un agguato a Montreal mentre giocava a carte in un locale.

Gli inquirenti ipotizzano che si sia riaperta la faida tra i clan mafiosi per l’egemonia del territorio. Pochi giorni prima c’era stato il tentato sequestro della madre di Anthony Gallo. Mentre l’ultimo fatto di sangue risale a poco meno di due mesi fa, quando due sicari avrebbero cercato di uccidere Leonardo Rizzuto, figlio del boss Vito, rimasto ferito a spalla e torace, ma sopravvissuto. Leonardo è l’ultimo di una lunga stirpe di Rizzuto, iniziata con il nonno Nicola, detto Zio Cola, emigrato dalla provincia di Agrigento e diventato il boss di cosa nostra canadese spazzando via le ndrine. Il potere è poi passato al figlio, Vito detto Teflon Don, che si era inserito nei mercati finanziari ed edili, oltre che in numerose attività commerciali. Dalle risultanze investigative è emerso che nel 2001 sarebbe stato pronto a investire 5 miliardi di dollari per [l’ipotetico] progetto del Ponte sullo stretto. Poco dopo, però, Vito viene estradato dagli USA per scontare una condanna per omicidio. La faida si riaccende più violenta e i vertici dei Rizzuto vengono tutti eliminati: ucciso il figlio Nick Rizzuto, il padre Cola e pure il cognato Paolo Renda. Alla scarcerazione di Vito arriva l’ordine della vendetta e vengono uccise sei persone che avrebbero partecipato agli omicidi di famiglia Rizzuto, tra cui lo stesso Moreno Gallo che all’epoca era nascosto in Messico. 

Moreno Gallo era considerato inizialmente uno dei più fedeli alleati della famiglia Rizzuto. La stabilità tra clan fu però infranta dagli omicidi del figlio e del cognato di Vito Rizzuto, nel frattempo in carcere, e del patriarca Cola Rizzuto. Quest’ultimo venne ucciso il 10 novembre 2010 da un cecchino mentre stava pranzando in casa. Una data non banale, proprio nella fase in cui Moreno Gallo è sospettato di aver tradito i Rizzuto e di esser passato dall’altra sponda. Il 10 novembre 2013, a tre anni esatti di distanza dall’omicidio di Nicolò Rizzuto, Moreno Gallo viene ucciso nel ristorante Forza Italia di Acapulco. Non aveva fatto i conti con la scarcerazione di Vito Rizzuto. Il boss aveva ordinato una lunga scia di sangue, con tanto di uccisioni eclatanti, come quella di Salvatore Calautti, giustiziato a una festa di addio al celibato davanti a 500 persone, e assassini feroci di grossisti della droga come Emilio Cordileone, Tony Gensale e Mohamed Awada, tutti sospettati del rapimento e della sparizione di Paolo Renda, cognato di don Vito.

La catena di vendette non si è mai fermata, ha avuto solo qualche pausa dettata dal momento, dal fatto che qualcuno era in carcere o non metteva il naso fuori della porta di casa. Le risultanze investigative infilano una serie di date e sparatorie dell’ultimo periodo, 22 novembre: Francesco Del Balso sfugge ad un agguato a Montreal, episodio eclatante in quanto il target è uno che conta, un uomo di fiducia dei Rizzuto. 15 Marzo: Leonardo Rizzuto resta ferito in un attacco. 23 Marzo: Del Balso cerca di lasciare il Paese diretto in Europa, però la polizia gli impedisce di partire. 30 marzo: Esce la notizia di una taglia – 250 mila dollari, forse il doppio – messa su Del Balso dai suoi avversari. Maggio: sempre a Montreal, pochi giorni fa alcune decine di vetture date alle fiamme e un paio di locali presi di mira con ordigni incendiari. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati 220 roghi dolosi e arrestate 34 persone. Nel 2023 gli episodi sono stati 473 ed una sessantina gli arrestati. Per gli investigatori sono azioni di estorsori o di cellule del racket che marcano il territorio.

Da fine gennaio 2022, inoltre, si sta svolgendo un processo contro Dominico Scarfo. Un capitolo importante di una guerra di mafia che da decenni non sembra ancora voler finire. Dominico Scarfo, Guy Dion con sua moglie Marie-Josée Viau, e Jonathan Massari furono arrestati nell’ottobre del 2019 in seguito ad un’operazione – Project Preméditer – della polizia provinciale del Quebec, Sûreté du Québec. I quattro vennero accusati degli omicidi di Lorenzo Giordano e Rocco Sollecito, entrambi ammazzati a Laval, una cittadina alle porte di Montreal, nel 2016, e dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Falduto, scomparsi nello stesso anno. Rocco Sollecito era notoriamente associato alla famiglia dei Rizzuto. Suo figlio, Stefano Sollecito, è riconosciuto come il boss della famiglia. Anche Lorenzo Giordano era considerato un luogotenente di cosa nostra, mentre i fratelli Falduto aspiranti affiliati. La polizia afferma che a capo della cellula criminale contro i Rizzuto, c’erano dei calabresi, i fratelli Salvatore e Andrea Scoppa. Il regolamento di conti non tarda ad arrivare: Salvatore Scoppa viene ucciso nello Sheraton Hotel a Laval nel maggio 2019, mentre Andrea Scoppa sarà assassinato in un parcheggio a Pierrefonds-Roxboro a ottobre dello stesso anno. Dalle risultanze investigative emerse durante il procedimento contro Scarfo, la Corte ha appreso come i fratelli Scoppa, della fazione calabrese, fossero sempre più interessati a consolidare il loro potere criminale con la chiara intenzione di eliminare i rivali siciliani. La guerra di mafia tra siciliani e calabresi sembra una guerra per il territorio, per anni dominato dai Rizzuto.

Il clan Rizzuto viene definito la “sesta famiglia” di New York, dopo quella dei Gambino, Lucchese, Colombo, Genovese e Bonanno. Il summit di mafia svoltosi nel 1957 presso l’Hotel des Palmes a Palermo, cui parteciparono i boss di Cosa nostra siciliana e americana (Lucky Luciano, Carmine Galante della famiglia dei Bonanno, Tano Badalamenti e Tommaso Buscetta, tra gli altri), sancì la volontà dei clan di inserirsi nel lucroso traffico di eroina, scalzando la ormai decadente “French Connection”, gestita dai famosi criminali marsigliesi. L’oppio asiatico veniva trasformato in eroina in laboratori segreti distribuiti in Sicilia e trasportato in Canada. Da Montréal poi, veniva smistato verso gli Usa, e in particolare a New York, dove la domanda era sempre in costante aumento. Per ben due decenni l’eroina arricchì i boss siciliani e americani, garantendosi il monopolio sul traffico. In questa attività spiccarono i boss Caruana e Cuntrera, anch’essi provenienti dalla provincia di Agrigento. Nel frattempo, il calabrese Paolo Violi conquistò una posizione di primo piano nella gestione degli illeciti e a Nick Rizzuto si spostò verso il Venezuela, dove poté usufruire dell’appoggio dei Caruana – Cuntrera. Sembra che Nick confidò a Buscetta di aver lasciato Montreal, perché Paolo Violi lo voleva morto. La famiglia Rizzuto sarebbe considerata la mandante di tre omicidi di spessore (Pietro Sciarra, Francesco e Paolo Violi). Si tratta di una vera e propria guerra, la prima guerra di mafia che poteva contare su enormi risorse finanziarie provenienti dal traffico di droga e aveva come principale obiettivo il controllo del grande affare delle Olimpiadi di Montreal. Negli anni successivi alla morte di Violi, vinta la guerra contro i calabresi, i Rizzuto entrano in affari con i clan siciliani superstiti e con i cartelli del Sud America. Dalla metà degli anni Settanta i Rizzuto, del tutto autonomi dalla supervisione dei Bonanno, si imposero in Canada. I Rizzuto divennero il tramite per i traffici di droga, stringendo una proficua e forte alleanza con la famiglia Cuntrera-Caruana, che dall’Isola di Aruba, sarebbe diventata l’anello di congiunzione con i narcos sud-americani anche per i percorsi della cocaina. Nel giro di un decennio si rafforzarono così i traffici di droga. Sempre con l’ausilio dei Cuntrera-Caruana, si aprirono delle basi logistiche in Florida, da dove la coca veniva smerciata verso nord, fino a Montréal e da qui spedita in Europa. Nella direzione opposta viaggiava l’eroina. L’hashish fu un altro affare molto lucroso. Furono aperte numerose vie di traffico, come Libano, Pakistan e Libia. Alla droga si aggiunsero contraffazione e traffico di dollari, operazioni e frodi bancarie, riciclaggio di denaro, investimenti in più settori. Gli interessi della Sesta Famiglia sono molto estesi, dal Canada agli Stati Uniti, dal Venezuela alla Colombia, dalla Svizzera, Germania e Gran Bretagna all’Inghilterra, dalla Cina, all’Algeria, Emirati Arabi a Cuba, dal Messico all’Italia, da Haiti al Belize. L’aiuto di quattro pentiti di grande spessore criminale, tutti ex membri o associati dei Bonanno, portò alla disintegrazione dei Rizzuto. Del clan sono rimasti in vita solo Francesco Arcadi e Francesco Del Balso, perché nel frattempo arrestati; il figlio di Sollecito, Stefano e un nipote dei Rizzuto, Leonardo, già preso di mira in un agguato qualche mese fa.

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