Pubblicato: sab, 20 Giu , 2020

Esami di maturità 2020: ma per chi?

Anche quest’anno la Scuola è rimandata a settembre.

Solo un anno fa scrivevo dell’origine degli esami di stato e della frequente ineguatezza del nostro sistema scolastico (http://100passijournal.info/esami-di-maturita-ma-per-chi/) …in un anno tutto è cambiato. Il covid-19 ci ha sbattuto la realtà in faccia con una brutalità inaudita. In questi mesi tanto si è sentito parlare di smart working. Bene, la Scuola ne è stata praticamente travolta trasversalmente. Lezioni, riunione, consigli, insomma qualsiasi cosa si è svolta in maniera telematica. Mi direte: “per fortuna che esiste la tecnologia”, certo, e ci mancherebbe. Ma com’è andata realmente? I risultati sono altalenanti. Premessa essenziale: da anni la Scuola, e prima ancora lo Stato con i “suoi” governi, rinvia un piano serio di riforme e modernizzazione. E così può capitare che un insegnante fatichi ad interfacciarsi con i nuovi sistemi informatici o cosa ancora più grave, che un alunno che non possieda materialmente gli strumenti. Non tutte le istituzioni scolastiche hanno risposto allo stesso modo e con la stessa tempestività: molto è dipeso sia da una mancanza di linee guida nazionali, sia dai singoli Dirigenti Scolastici. Quello che possiamo affermare, è che sicuramente tutte le scuole hanno fatto il possibile per avviare la Didattica a Distanza (d’ora in poi DaD), in modo da assicurare la continuità didattica, anche se necessariamente virtuale. Le scuole dotate del registro elettronico hanno potuto usufruire degli strumenti disponibili all’interno dello stesso, attivando anche aule virtuali. In contemporanea, sono state attivare altre piattaforme (es. G Suite for Education e i canali su youtube) per caricare e condividere materiali didattici (documenti, video, ecc). Tutti questi nuovi strumenti sono stati sicuro di vitale importanza in questi mesi per tutti gli alunni…o quasi. Se la DaD è interpretata da alcuni docenti come mera assegnazione di pagine da studiare, con l’invito a eseguire i relativi compiti, gli studenti con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) faticano a gestire in autonomia argomenti nuovi, senza la relativa spiegazione. Eseguire i compiti senza agganci cognitivi chiari, si delinea come difficoltà superabile solo grazie a genitori costretti a improvvisarsi insegnanti sul “campo”. È quindi fondamentale che i docenti concordino con cura i compiti assegnati e le attività didattiche, poiché il carico cognitivo, specialmente per i bambini con DSA può diventare insostenibile. In particolare, bisogna tener conto delle molteplici sfaccettature connesse alla gravità del disturbo e all’accettazione degli strumenti compensativi come strumento di lavoro; il docente, conoscendo bene il proprio alunno, può valutare il supporto corretto per accedere alle lezioni (in modo sincrono) ed utilizzare il PC.

Questo, forse, deve farci riflettere sulle reali capacità di cooperazione che la scuola pubblica reca in sé, nonostante il disinvestimento economico e socioculturale del nostro Paese che l’ha riguardata negli ultimi decenni. Tre elementi emergono, a mio avviso, da considerarsi come prioritari: la necessità di corroborare fortemente la formazione alle competenze digitali e al lavoro cooperativo per gli insegnanti, in modo tale che tutti siano preparati ad eventi simili e a condizioni più o meno “estreme”; l’urgenza di incentivare risorse economiche per la scuola, per tutto il personale scolastico e non per ultimo per gli studenti; il bisogno di lavorare – a tutti i livelli – per la costruzione di una “cultura della scuola” come bene primario e fondante del nostro Paese. Abbiamo visto in questi mesi quanto hanno pesato i tagli alle istituzioni che potremmo considerare le più importanti di uno Stato: la Scuola e la Sanità. Peculiarità italiana: accorgersi della importanza delle cose solo al momento della necessità. In questo difficile periodo, gli insegnanti hanno il compito di rivedere e semplificare la progettazione, scegliendo con attenzione gli obiettivi da raggiungere e le competenze da implementare, sulla base del nuovo “ambiente di apprendimento”.

Un approccio multimediale e digitale necessita sempre di un’attenta e graduale progettazione in un’ottica di reale inclusione di tutti e di ciascuno. Oggi più che mai serve un grande di lavoro di cooperazione intra ed extrascolastico, per evitare il potenziale acuirsi delle differenze sociali dovute alle implicazioni socioeconomiche, antropologiche e politiche del COVID-19.

In questa Babilonia di tanti problemi ma con poche soluzioni, anche quest’anno i nostri ragazzi si ritrovano ad affrontare l’esame di Stato in un clima tutt’altro che tranquillo. Per far si che arriviate alla fine dell’articolo senza essere attirati dalla ‘X’ in alto a destra, sorvolerò qui sul come il Governo e il Ministro della Istruzione abbiano gestito la questione. Mi limito nel dire che non è sinonimo di serietà né tanto meno sono utili, i quotidiani proclami(ufficiosi) via social, con soluzioni sempre diverse, producendo così solo un inutile senso di instabilità e confusione.

In queste ore migliaia di ragazzi si staranno interrogando sul proprio futuro, in un mix di paure e gioie, aspettando il giorno successivo come un condannato avrebbe atteso la ghigliottina nella Francia rivoluzionaria. Il pensiero più errato che i nostri figli, amici, parenti, amori possano fare, è quello di interrogarsi sulle loro qualità, sul loro valore. Nessuno può essere identificato o peggio ancora mal giudicato a causa di un voto, dettato da eventi e cause così disparate, che anche ‘fare 5’ al gioco del Lotto (gioco casuale per eccellenza) a confronto sembrerebbe di una banalità sconcertante. Qualunque cosa accada, cari ragazzi, ricordate che voi, tutti voi, nessuno escluso, valete molto più di una media di numeri e che questa è solo una delle tante tappe della vita, che vi riserverà ben altri tipi di esami. Non sia questo però motivo di scarso impegno o superficialità, solo grazie alla conoscenza potrete costruirvi il futuro che più vi aggrada ma senza di essa, sarete solo in balìa dei capi di turno, che faranno di voi il loro popolino da usare a loro piacimento. Seguite le vostre passioni, i vostri sogni, e non snaturatevi mai. Il grande antropologo Van Gennep parlava dei “riti di passaggio”. Egli definì riti di passaggio tutte quelle cerimonie pubbliche che celebrano un cambiamento di status, ovvero un mutamento nella posizione che un individuo occupa nella società, una variazione dei compiti che egli svolge. Nel ciclo della vita dell’essere umano ci sono momenti particolarmente importanti e delicati quali la nascita, l’ingresso nel mondo degli adulti ecc. L’esame che sancisce la fine della condizione adolescenziale e ci spalanca le porte del mondo dei grandi, degli adulti, è sicuramente uno di questi.

Voi siete già tutti promossi, per quanto riguarda il sistema scolastico: anche quest’anno risulta insufficiente “ritorni l’anno prossimo e ci metta più impegno”.

Che questa sia la Primavera intellettuale della vostra vita.

In bocca al lupo dal profondo del cuore!


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