Pubblicato: mar, 18 Ago , 2015

Cuba: dopo 54 anni riapre l’Ambasciata Usa.

Luci ed ombre sul cammino verso il superamento di antistoriche eredità della guerra fredda.

alzabandiera-CubaDopo 54 anni è stata riaperta l’ambasciata Usa a Cuba. La cerimonia è stata trasmessa in diretta dalle televisioni di tutto il mondo. Il Segretario di Stato americano John Kerry ha detto che adesso i due paesi “non sono più nemici o rivali, ma vicini” e ha asserito come il ritorno a normali relazioni diplomatiche “non è un favore fatto da un Paese a un altro”. Ha aggiunto, nel corso del suo discorso, che “il futuro di Cuba deve essere fatto dai cubani, non può venire da una entità esterna. Ma i leader cubani sappiano che gli Usa resteranno sempre un campione di principi democratici e riforme, continueranno a esortare il governo sul rispetto dei diritti umani”.

Ora, a parte le considerazioni sul ruolo democratico degli Stati Uniti fuori dai suoi confini, non sempre coerente e senza macchie, detto così sembrerebbe l’avviso della pretesa di un arbitrato da esercitare sulle decisioni politiche, anche interne, di un Paese sovrano, la solita arrogante presunzione di dare lezioni di legittimità democratica che tanti danni ha causato e tuttora causa in giro per il pianeta.

Kerry ha poi ringraziato Francesco per il suo operato a favore del disgelo nelle relazioni tra i due Paesi: “ il Santo Padre e il Vaticano hanno avviato un nuovo capitolo nelle relazioni tra i due Paesi, non è per caso che il pontefice verrà qui e poi negli Usa”.

Sottolineiamo l’importanza di questo avvicinamento, opportuno per la pace, voluto da Raul Castro e Barak Obama, il quale ha disposto di rimuovere Cuba dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo, nella quale era stato inserito nel 1982, una falsità, specie alla luce del fatto che gli Usa intrattengono rapporti privilegiati, ad esempio, con l’Arabia Saudita, il paese maggior finanziatore del terrorismo più feroce; tuttavia l’embargo nei confronti dell’Isola caraibica da parte degli Stati Uniti resta in vigore. Kerry ha auspicato che “in questa nuova situazione di normalizzazione potrà essere rimosso dal Congresso”, che è l’istanza politica ed istituzionale deputata all’adozione. Il fatto è però che il Congresso dal 3 gennaio è, a maggioranza, repubblicano e infatti subito Jeb Bush, un altro della benemerita famiglia, candidato per il Partito repubblicano alla Casa Bianca, ha definito il passo dell’attuale Presidente “un regalo di compleanno per Fidel, simbolo del consenso dell’amministrazione Obama al suo spietato retaggio”. Infatti Fidel Castro, che nel 1959 liberò Cuba da una sudditanza oscena, ha festeggiato i suoi 89 anni proprio il giorno prima della riapertura dell’ambasciata americana all’Avana.

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