Pubblicato: gio, 23 Gen , 2014

Crediti delle imprese: pagati 21,6 miliardi di debiti

I debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni, scaduti al 31 dicembre 2012, sono stati liquidati alle imprese creditrici tra luglio e dicembre 2013

 

ministero economiaLo Stato onora i suoi debiti. E’ questo il primo importante risultato che si può trarre dal comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in materia di pagamento dei debiti accumulati dalle varie amministrazioni pubbliche. Infatti, l’operazione di pagamento dei debiti pregressi, avviata con il Decreto Legge 35/2013 ed ampliata con il successivo D.L. 102/2013, ha consentito di immettere liquidità nel circuito dell’economia reale per una cifra che si attesta a poco meno di 22 miliardi di euro, corrispondenti a quasi 1,6 punti percentuali di Pil, in un periodo di sei mesi, cioè tra luglio e dicembre 2013.

In buona sostanza, gli enti debitori hanno fatto accesso alle risorse disponibili per 24,5 miliardi, sui 27,2 disposti complessivamente dai decreti cosiddetti “sblocca debiti”, e nel corso dei mesi scorsi hanno provveduto a pagare concretamente debiti arretrati per 21,6 miliardi, dando così una boccata d’ossigeno alle imprese che oltre a recuperare il credito goduto, hanno beneficiato anche di una forse insperata iniezione di liquidità. In media si tratta di 3,6 miliardi al mese concentrati nel secondo semestre del 2013, mentre circa 2,3 miliardi non sono ancora stati richiesti da cinque delle regioni assegnatarie dei fondi.

Come reso noto dal Ministero dell’Economia, nella prima fase, disposta dal D.L. 35/2013, gli enti debitori hanno acquisito risorse per 18,5 miliardi ed hanno effettuato pagamenti per 16,5 miliardi. pari al 84% delle risorse stanziate. Nella seconda fase, relativa al D.L. 102/2013, gli enti debitori hanno acquisito risorse per 6 miliardi, dei quali 5,1 risultano già pagati ai creditori. Inoltre, sulla scorta dei fondi già assegnati nel 2013, nei primi giorni del 2014 sono ancora in pagamento circa 2,9 miliardi.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, si è dichirato soddisfatto del risultato: «Devo ringraziare tutti gli uffici coinvolti nel Ministero dell’Economia e delle Finanze così come i vertici politici e i funzionari degli enti locali che hanno compreso l’importanza di questa operazione». Che poi ha aggiunto: «Abbiamo dedicato la massima attenzione alla fase di attuazione di un provvedimento cruciale per favorire la ripresa economica. Iniziative di questo tipo spesso naufragano perché una volta varata la norma e fatto un annuncio si presta scarsa attenzione alla fase discendente, quella dove si incontrano difficoltà e si corre il rischio di impantanarsi nell’inefficienza. Così l’apparato dello Stato dimostra di mettersi al servizio della comunità».

Lo Stato oltre a pagare i debiti punta ad incassare anche i crediti, come per esempio la mini-Imu. In questo caso, però, saranno i Comuni a beneficiare del gettito tributario. In particolare, come ricordato dalla Cgia di Mestre, saranno chiamati a versare l’imposta oltre 9 milioni di proprietari di prima casa. Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi dell’organizzazione di Mestre, la provincia che presenta, in termini relativi, la quota più elevata di contribuenti chiamati a pagare la mini-Imu è Reggio Emilia. Nella fattispecie, i 185.095 proprietari tenuti al versamento, corrispondono al 98,3% del totale dei proprietari di prima abitazione presenti in questa provincia. Segue Ravenna, con i suoi 143.530 proprietari, che costituiscono il 92,7% del totale. Sul terzo gradino del podio c’è Roma (87,6%), provincia che fa registrare, in termini assoluti, il maggior numero di proprietari chiamati a pagare la mini-Imu (1.322.286).

Diverso è il discorso, invece, per tutti i comuni delle provincie di Aosta, Bolzano, Trieste e Ogliastra, dove i contribuenti non saranno tenuti a pagare l’imposta. Infatti, nessun Sindaco di queste quattro realtà territoriali ha provveduto ad elevare l’aliquota base sulle prime case.

9 milioni di contribuenti e 400 milioni di euro quale gettito previsto. Sono questi in sintesi i dati che riguardano la mini-Imu, come segnalato da Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre: «Secondo i dati presentati nei giorni scorsi dal ministero dell’Economia il gettito della mini-Imu dovrebbe portare nelle casse dei Comuni interessati circa 400 milioni di euro. Nella maggior parte dei casi gli importi per singolo contribuente saranno relativamente contenuti; tuttavia il caos che è esploso in queste ultime settimane ha disorientato i cittadini, aumentando ulteriormente l’insofferenza verso il fisco e verso la politica che ha gestito in maniera molto approssimativa tutta la vicenda».

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