Clamorosa protesta in diretta TV contro Putin (video)
Liz Wahl, di Russia Today, si è dimessa in diretta TV per protestare contro il comportamento russo in Crimea
Incredibile protesta di una giornalista della sede di Washington di Russia Today, il canale d’informazione russo che trasmette in tutto il mondo in differenti lingue. Liz Wahl è una giornalista americana che conduce uno dei notiziari di Russia Today America. Durante la diretta tv la giovane conduttrice ha annunciato le sue dimissioni dal network per protesta contro l’invasione russa della Crimea e per la censura imposta ai media russi (non solo d’informazione, la tv russa ha tagliato, durante la cerimonia degli Oscar, la dedica di Jared Leto ai manifestanti ucraini).
Liz Wahl durante la messa in onda del tg ha detto: «I miei nonni sono venuti qui (in America ndr) come rifugiati per scappare dall’invasione sovietica dell’Ungheria, sono stata molto fortunata a crescere negli Stati Uniti d’America, mio padre è un veterano e il mio compagno è un medico di una base militare quindi sono qual è il costo che la gente paga per questo Paese. Per questo non posso più lavorare in un network pagato dal governo russo e che “ripulisce” le azioni di Putin. Perché credo nella diffusione della verità alla fine di questa trasmissione mi dimetterò»
L’emittente non ha ovviamente gradito le parole di Liz Wahl, e ha dichiarato che «se un giornalista non gradisce la linea editoriale del suo giornale, dovrebbe di manifestare il proprio disaccordo al direttore; e, se la diatriba non si risolve, dimettersi da professionista. Se trasforma una scelta personale in uno spettacolo pubblico, questo non è altro che una mossa per farsi pubblicità».
Russia Today è un canale televisivo finanziato dall’agenzia di Stato Rossiya Segodnya, che di recente ha rimpiazzato la precedente RIA Novosti, la nuova agenzia, con a capo un fedelissimo e molto discusso amico di Putin, è il canale ufficiale attraverso cui il governo controlla, in maniera sempre più stringente, i maggiori media del Paese. Di fatto questa è l’unica voce ammessa dal Cremlino, una cosa assolutamente incompatibile con i principi basilari della libertà di stampa e informazione.