Pubblicato: mer, 21 Mag , 2014

Caso Biagi, la Procura di Bologna riapre l’indagine

Dalle carte sequestrate a Roma nei giorni scorsi dalla segreteria dell’ex ministro Scajola ci sarebbe un appunto informava del pericolo che correva il giuslavorista. Il legale di Scajola «fatti estranei alla sua figura, non ho notizie di un suo coinvolgimento» No comment dalla procura emiliana

 

Claudio Scajola

Claudio Scajola

Al momento è un fascicolo aperto contro ignoti. Ad aprirlo è la Procura di Bologna. L’ipotesi di reato è omicidio per omissione. L’omicidio è quello di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse nel capoluogo emiliano il 19 marzo 2002. A riaprire le indagini sono state le carte sequestrate a Luciano Zocchi, ex capo della segreteria di Claudio Scajola che all’epoca era il Ministro dell’ Interno. Carica dalla quale il politico ligure rassegnò le dimissioni per le polemiche scaturite dopo aver detto il 29 giugno sempre del 2002, «Biagi era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto do consulenza». Scajola si è sempre difeso dall’accusa di aver sottovalutato la minaccia che incombeva sul tecnico del Ministero del Lavoro, non avendo avuto ricevuto segnalazioni in tal senso. Ma tra le carte sequestrate ora a Roma ci sarebbe anche un appunto in cui un politico vicino a Biagi faceva pressioni a Scajola per avvertirlo del rischio e per fargli riassegnare la scorta. Questo appunto riporterebbe un visto in calce dello stesso Scajola. Il documento è stato inoltrato alla Procura di Bologna per competenza territoriale, dove il Procuratore Roberto Alfonso ed il suo sostituto Antonello Gustapane hanno aperto il fascicolo, inizialmente conoscitivo e senza ipotesi di reato. Gustapane è lo stesso magistrato che nel 2003 chiese l’archiviazione dall’accusa di cooperazione colposa in omicidio per gli accusati.
Ora l’accusa è omicidio per omissione, codice 40 comma 2 del condice penale :«Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». Compito della Procura è quindi quello di individuare la figura che aveva l’obbligo giuridico di impedire l’omicidio, prima di procedere ad eventuali iscrizioni nel registro degli indagati.

Giorgio Perroni, uno dei legali di Scajola, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos «Scajola con quei documenti non c’entra niente. Si tratta di due vicende separate, non ho notizie di nessun coinvolgimento di Scajola in questa vicenda».
L’avvocato della famiglia Biagi, Guido Magnisi ha detto all’Ansa che «è prematuro per noi fare qualsiasi valutazione non avendo nessun elemento di conoscenza. Ovviamente c’è la disponibilità della famiglia, se convocata a dare un suo eventuale contributo». Silenzio invece dalla Procura di Bologna. Il procuratore e  portavoce Valter Giovannini ha fatto sapere di non aver nulla da commentare.

Questa è la prima indagine che parte dalle carte sequestrate a Luciano Zocchi. Altri documenti riguardano il G8 di Genova.

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