Pubblicato: sab, 22 Mar , 2014

Camusso boccia il decreto lavoro di Renzi: “Proveremo a cambiarlo”

Susanna Camusso al Forum di Confcommercio a Cernobbio boccia il decreto sul lavoro del Governo Renzi sui contratti a termine e apprendistato. Critiche anche per Moretti e Squinzi

 

Susanna Camusso

Susanna Camusso

Il segretario della Cgil Susanna Camusso boccia il decreto sul lavoro di Matteo Renzi e del suo Governo al XV Forum di Confcommercio a Cernobbio. «Il governo ha esordito bene sul piano dei redditi, ha invece esordito malissimo sul piano delle regole del lavoro».

Se sul piano delle detrazioni fiscali, per i lavoratori con soglia di reddito fino ai 25.000 euro, la leader sindacale ha mostrato approvazione, anche se andrebbe fatta «un’operazione analoga anche per i pensionati con le pensioni più basse perché in questo modo si incrementa la domanda e si rimette in moto un’economia debole e frantumata», dello stesso decreto la Camusso critica i nuovi contratti a termine e l’apprendistato,«Non si investe in formazione ma nuovamente in precariato». Per la Camusso l’obiettivo primario del nuovo decreto dovrebbe essere quello di creare occupazione reale e quindi il decreto del Governo Renzi andrebbe sostanzialmente modificato, «Il problema è che il lavoro in Italia è poco, lo scivolamento verso la povertà non è solo un aspetto di disuguaglianze generali, ma è il frutto di una presenza di lavoro povero e dell’assenza di lavoro. La vera politica del lavoro per cambiare orizzonte è che tutte le risorse disponibili vadano mosse per creare lavoro».

Durante il Forum la Camusso ha criticato le minacce di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, sul possibile trasferimento della Mapei, azienda produttrice di materiali chimici per l’edilizia amministrata dallo stesso Squinzi, da Milano in Svizzera, «chi si considera classe dirigente di un Paese deve innanzitutto sostenere un Paese. Una cosa è esprimere critiche, un’altra minacciare di andarsene». Altre critiche per Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, e le sue dichiarazioni sui tagli agli stipendi dei manager, «non intendo discutere delle retribuzioni dei singoli, ma noto che in questi anni sono progressivamente diminuite le retribuzioni dei lavoratori e si è alzato il valore delle retribuzioni degli alti manager».

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